Di lauretanum

MONTALTO MARCHE – Al suono festoso delle campane della Basilica Concattedrale, a mezzogiorno di lunedì 8 maggio 2017, come ogni anno, un nuvolo di Fedeli montaltesi, insieme al Parroco don Lorenzo Bruni, si sono devotamente raccolti davanti all’immagine della Madonna di Pompei, conservata ed esposta tutto l’anno, tranne che nei Tempi forti, sul basamento dell’altare della seconda Cappella di destra, dedicato proprio alla Regina Sacratissimi Rosarii, per recitare la tradizionale supplica.

La supplica alla Madonna di Pompei è una pratica devozionale cattolica che viene recitata l’8 maggio (in quanto l’8 maggio ebbe inizio la costruzione dell’omonima Basilica) e la prima Domenica di ottobre, a mezzodì, davanti ad un’immagine della Madonna di Pompei. La tela originale è attribuita alla scuola di Luca Giordano ed è un’opera del Seicento. Questa immagine è ora divenuta estremamente popolare e diffusa in tutto il mondo, soprattutto nell’Italia centro-meridionale e tra gli emigranti italiani. Il quadro rappresenta la Madonna del Rosario che offre appunto un Rosario a san Domenico Guzman, fondatore dell’Ordine domenicano, particolarmente legato al culto del Rosario, e a santa Caterina da Siena. Il culto fu introdotto dal beato Bartolo Longo, e in breve tempo acquistò fama internazionale, per i prodigi verificatisi. La Basilica Pontificia, ricca di ex voto, è una delle mète italiane più frequentate per pellegrinaggi per impetrare grazie.

L’importanza della pratica devozionale ha indotto la Santa Sede a creare la Prelatura territoriale di Pompei, una delle sole due prelature esistenti in Italia (l’altra è la nostra Loreto). Il testo della supplica ha subìto diversi ritocchi negli anni seguenti al Concilio Vaticano II, anni nei quali si è rivisto il testo e sono stati eliminati gli accenti più sinceri della spiritualità del beato Bartolo Longo. È tuttavia ancora molto facile trovarla, a stampa, nell’edizione originale. Certamente l’accento più legato alla devozione del santo Rosario è sicuramente nelle battute finali, dove ne si parla dicendo: “O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne […]”.

 

 

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