di Pietro Pompei

Dopo una lunga convalescenza, torno a “le lettere al Direttore” con gli interrogativi passatimi dalla Redazione, così sintetizzati:

«Carissimo direttore, nell’ultimo periodo sono apparse due scritte nella nostra San Benedetto del Tronto: “Via le pecore dal Mare”, “Vecchi del ca…” e da poche ore “Sbirro inf….”
La prima anche se rivolta a scopo di goliardica tifoseria calcistica mette al centro sempre uno scontro da condannare sia dentro che fuori dallo stadio. Cosa c’entra con lo sport?
La seconda scritta invece è stata scritta sul muro della R.S.A. San Giuseppe.

Inoltre la parrocchia SS. Annunziata di Porto D’Ascoli ha subito in questi giorni un atto di vandalismo.
Un gruppo di 6 ragazzi ha rotto una statua della Madonna e ha portato con se la testa a scuola.
Fatti questi che hanno trovato l’unanime condanna da parte della società.
Richiesta: basta la pubblica indignazione? Oppure è necessario una riflessione seria e ponderata che possa mettere in campo possibili soluzioni».

In merito alla scritta «via le pecore dal mare», qualcuno ha scritto che l’autore non è sicuramente della nostra città; concordo perfettamente, anzi aggiungo, non è della nostra diocesi. Come ho avuto occasione di scrivere in passato, da moltissimi decenni rapporti commerciali e di ospitalità hanno consolidato una conoscenza con gli abitanti dei paesi montani che è diventata amicizia. I nostri pescivendoli rimanevano in quei luoghi per settimane. Ancora nei periodi estivi quei paesi sono stati cercati per i campi-scuola

L’espressione volgare sui vecchi posta sulle mura di una casa di riposo per anziani sta ad indicare autori come gente disperata e senza futuro.

L’atto vandalico dei 6 ragazzi mi lascia sgomento. Liquidarla come una ragazzata mi sembra un atteggiamento superficiale, per il luogo e per il modo. Non credo che non conoscessero  il valore sacro che quell’immagine ha per tanta gente. Preoccupano sia il disprezzo che hanno dimostrato verso i sentimenti di tanti, sia la cattiveria nell’esecuzione  con l’imitazione dei tagliagola e con lo sghignazzare mostrando, a modo di trofeo, la testa della scultura ai compagni di scuola.

Quando i ragazzi agiscono così significa che vivono in ambienti dove la violenza è giornaliera, da cui c’è poco da sperare per un mondo in pace.

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