FRANCIA – Il presidente della Conferenza episcopale francese (Cef), mons. Georges Pontier, ribadisce che “il ruolo della Chiesa non è quello di schierarsi per l’uno o l’altro candidato, ma di ricordare a ciascun elettore ciò che la nostra fede ci chiede di tenere in conto” e invita i cattolici a non disertare le urne e a non optare per la scheda bianca, ma ad esercitare “la propria responsabilità di cittadini”. In un’intervista pubblicata oggi sul sito della Conferenza episcopale francese e rilanciata dal Sir, mons. Pontier risponde alle “critiche” – così si legge nella domanda – di chi si attendeva dalla Chiesa cattolica un più chiaro orientamento al voto. Mons. Pontier parla di “un clima isterico” e osserva come in un contesto simile, la Chiesa sceglie piuttosto di favorire la riflessione e il discernimento ricordando “i criteri” che devono guidare i cattolici alla scelta del candidato: il rispetto della dignità di ogni persona umana, l’accoglienza dell’altro anche se diverso, l’importanza della famiglia e della filiazione, l’apertura al mondo, la giusta distribuzione delle ricchezze, l’accesso al lavoro, alla casa. “Nessun programma – osserva l’arcivescovo – soddisfa tutti questi criteri. Spetta pertanto a ciascuno, alla luce del Vangelo, esercitare la propria considerazione e votare secondo coscienza”.
Il presidente dei vescovi francesi invita i cattolici ad andare a votare domenica prossima. “Anche se è comprensibile la tentazione di astenersi come espressione di una grande insoddisfazione, mi sembra importante continuare ad esercitare la propria responsabilità di cittadini. Astenersi può favorire l’elezione di un candidato” e “in una democrazia, il nostro voto conta”. Rispetto alla situazione politica, “la posizione della Conferenza episcopale di Francia – confessa mons. Pontier – non è semplice. Sarebbe più facile dare una consegna di voto” ma è “da 45 anni che i vescovi si rifiutano di farlo”. L’invito della Chiesa oggi è quello di abbassare i toni “delle invettive e degli atteggiamenti. L’ingiuria, la deformazione, la strumentalizzazione delle proposte non sono degni del dibattitto”. L’arcivescovo conclude proponendo una riflessione: “Sarebbe utile che i politici si interroghino per capire come siamo arrivati a questa situazione inedita per cui più del 40% dei francesi al primo turno hanno votato per gli estremi”.

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