DIOCESI – Politica, terrorismo, dialogo interreligioso, giornalisticon. Abbiamo avuto il piacere di conversare con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. Lo abbiamo intervistato:

Lotta ai populismi, ricostruzione di una nuova classe politica. In che modo è possibile costruire una nuova mentalità che si fondi sul bene comune?
Io credo che quest’opera di ricostruzione può partire soltanto da una rinnovata consapevolezza di quelli che sono i valori che devono essere alla base di ogni convivenza civile. Se non c’è una forte coscienza che la politica non è soltanto una gestione immediata della “cosa pubblica”, ma è la costruzione della “Città” come tale. Se non c’è questa coscienza, che alla base di tutto debbano esserci dei valori condivisi, credo che sia difficile compiere quest’opera di ricostruzione e quindi anche un’opera di educazione, per esempio nei confronti dei giovani, ritrovare la passione della politica, ma purtroppo oggi c’è questo senso di distacco. Invece per i cristiani la politica è sempre stata, come diceva il beato Paolo VI, una delle espressioni più alte della carità, quindi bisogna invogliare i giovani ad impegnarsi per il bene comune, impegnarsi per gli altri, per la costruzione di una città che sia solidale e che sappia mettere al primo posto le esigenze della persona e della sua dignità, con attenzione alle persone più povere ed emarginate.

Lei ha parlato di condivisione di valori. In seguito agli ultimi attacchi terroristici, com’è possibile intraprendere la via del dialogo? Parliamo anche del viaggio che ci sarà il 28 e 29 aprile in Egitto del Santo Padre.
Il dialogo è l’opzione completamente opposta a ciò che rappresenta la violenza. Il dialogo è la maniera costruttiva di risolvere le differenze, perché di solito il dialogo si fa con chi non la pensa come noi. Certamente oggi ci sono fasce di persone, di gruppi di persone che non credono nel dialogo e noi dobbiamo invece essere convinti che il dialogo ha una forza in sé stesso capace di superare le divergenze e di fare quello il Papa spesso chiama,  la sfida fondamentale dei nostri giorni e del nostro mondo multipolare, cioè delle differenze, che non diventino occasione di scontro e di contrapposizione, ma di arricchimento reciproco.

La dimensione del dialogo sarà certamente fondamentale nel suo viaggio in Egitto, partendo dalle autorità dello stato, ci sarà un incontro con i fratelli copti ortodossi e soprattutto con Ahmed al-Tayyeb, grande Imam della università islamica al Azhar, la principale istituzione culturale dell’islam sunnita. Infine un incontro con la chiesa e i cattolici locali.

Per concludere, cosa si sente di dire ai giornalisti cattolici in vista del meeting nazionale dei giornalisti cattolici e non, che si terrà a Grottammare
Ho inaugurato la sede dell’Ordine dei giornalisti, ho detto loro di cercare di mettere al primo posto la persona e la verità e questo lo ripeto a voi.

 

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