Omelia del Vescovo Carlo Bresciani pronunciata sabato 15 aprile durante la celebrazione della Veglia di Pasqua presso la Cattedrale Madonna della Marina

Attraverso le letture della Parola di Dio, ci ha fatto rivivere l’attesa di tutta l’umanità: l’attesa di Colui che possa salvarla dai molti mali che l’affliggono. L’abbiamo vissuta in comunione con tutta la Chiesa, ma, nello stesso tempo, siamo stati anche l’espressione della preghiera, non sempre consapevole, di tutto il mondo e di tutta la creazione.
Le comunità neocatecumenali che terminano il loro commino sono con noi a rinnovare solennemente le promesse battesimali, manifestando così la loro unità e comunione con la chiesa locale. Le accogliamo con gioia.
Le letture della Parola di Dio ci hanno fatto meditare il progressivo venire incontro di Dio a queste attese dell’umanità: Egli, infatti, con infinito amore e infinita pazienza, si è costituito un popolo (quello di Israele) a cui ha affidato le promesse di una definitiva liberazione. Questa sera noi possiamo dire che quelle promesse si sono attuate pienamente in Cristo Gesù, in Colui che, risorto da morte, ha vinto il peccato e la morte, sconfiggendo con questo i peggiori mali del mondo.
Ma abbiamo anche meditato che, così facendo, Dio ci ha affidato tutto il creato, cose e uomini, perché custodendo e curando tutto nel bene, diventiamo suoi collaboratori nella redenzione della creazione corrotta dal peccato dell’uomo. San Paolo ci ricorda che essa pure soffre e geme in questa attesa, essa pure attende la redenzione (Rom 8, 22) che può avvenire solo quanto tutto può diventare manifestazione e comunicazione di Dio stesso.
Abbiamo iniziato la Veglia con la benedizione del fuoco e della luce, che poi abbiamo acclamato come luce di Cristo. Essa ha illuminato la Chiesa racchiusa nell’oscurità. Le tenebre del male che opprimono il cuore e lo spirito sono fugate dalla luce di Cristo, luce del mondo, luce di verità e di bontà.
Proseguiremo, dopo aver ascoltato con maggior abbondanza del solito la Parola di Dio, con la benedizione dell’acqua e l’acclameremo come l’acqua che sgorga dal tempio santo di Dio, che rigenera nell’acqua del Battesimo ogni creatura e la porta alla primigenia purezza. I nostri battezzandi saranno questa sera i primi a partecipare a questa rigenerazione.
Nella santa messa poi, come in ogni messa, il pane e il vino, dono di Dio e frutto del lavoro dell’uomo, per opera dello Spirito diventeranno il corpo e il sangue di Cristo.
Le realtà creaturali (luce, acqua, pane, vino…), trasformate nello loro essenza e non più sottomesse alla legge del peccato, diventano in virtù della resurrezione di Gesù mezzi attraverso i quali egli stesso si comunica a noi con la sua forza di Redentore. Tutto ciò è possibile solo perché lui è vivo ed è risorto da morte. Celebriamo, quindi, questa sera certamente la resurrezione di Gesù, il compimento in lui delle antiche promesse fatte da Dio ai nostri antichi padri, ma in Lui, nuovo Adamo, anche la nostra rinascita a vita nuova. E, con noi, anche la rinascita di tutta la creazione attraverso la quale Dio ci parla di se stesso e del suo amore per ciascuno di noi. Solo se l’uomo è liberato dal peccato può restituire alla creazione la sua realtà di dono di Dio e non usarla più come strumento per affermare se stesso opponendosi al disegno di amore di Dio.
Anzi, in Cristo risorto, la creazione è elevata a dignità tale da diventare strumento della comunicazione stessa di Dio e sua presenza sacramentale:acqua, pane, vino, olio … diventano materia sacramentale per l’azione della grazia di Dio. Anche noi, che con il creato siamo creature, in Cristo risorto siamo elevati alla dignità somma di figli di Dio al punto tale che possiamo in verità affermare che Gesù è “in certo qual modo unito ad ogni uomo” (GS 22), tanto da poterlo incontrare in ogni uomo (cfr. Mt 25, 31ss). Gesù risorto “ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato … [in Lui] tutto l’uomo viene interiormente rifatto, fino al traguardo della ‘redenzione del corpo’”(ivi).
Mi pare che questa grande veglia ci solleciti a spingere i nostri occhi, quelli della fede, a guardare lontano, a sentirci parte di un grande progetto di amore di Dio che abbraccia tutto e tutti, anche l’universo; progetto che nel corpo di Cristo risorto si realizza nella nuova vita che con potenza divina rinasce trasformata e, direi quasi divinizzata, dal sepolcro in cui morte e peccato, in Gesù, sono sconfitti una volta per sempre.
Ecco perché, come Chiesa, cantiamo che tutta la creazione, insieme con noi, esulta di gioia.
“La creazione giubili insieme agli angeli; ti lodi e ti glorifichi, o Dio altissimo. Gradisci il coro unanime di tutte le tue opere:Beata sei Tu nei secoli, gloriosa Trinità!
Sei Padre, Figlio e Spirito e Dio unico; mistero imperscrutabile, inaccessibile.
Ma con amore provvido raggiungi tutti gli uomini:Beata sei Tu nei secoli, gloriosa Trinità!
In questo tempio, amabile ci chiami e convochi, per fare un solo popolo di figli docili. Ci sveli e ci comunichi la vita tua ineffabile: Beata sei Tu nei secoli, gloriosa Trinità!
Gesù, mentre si mostra a noi vivo e risorto, ci indica la via per una vera rinascita capace, con la sua grazia e il suo amore, di sconfiggere gli antichi mali del mondo, imparando a vedere in ciascun essere umano, e in tutta la creazione, la sapiente mano di Dio e, quindi ad amare ogni essere umano e la stessa creazione che Dio ci ha affidato, collaborando con lui alla redenzione del mondo, in attesa di partecipare con Lui alla gloria eterna nella resurrezione finale.
Carissimi, questo è il messaggio della Pasqua: contempliamo ciò che in Cristo si è già definitivamente realizzato e che tutti, per dono di Dio, siamo chiamati a raggiungere: la vita eterna di risorti in Lui, nell’eterna nuova creazione.
Questa è la buona pasqua che annunciamo e che con Gesù cerchiamo di preparare ogni giorno seguendo la sua via, aspettando da figli la redenzione del nostro corpo mortale (cfr. Rom 8, 23).

 

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1 commento

  • giacomo
    19/04/2017 alle 10:55

    Specifichiamo che le due "comunità neocatecumenali" che quest'anno hanno terminato l'iter del catecumenato post battesimale rinnovando le promesse battesimali sono: la 1a comunità della parrocchia di San Filippo Neri e la 1a comunità della parrocchia della SS Annunziata, ambedue di San Benedetto del Tronto.

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