Dall’aumento del 346% degli arrivi dal Vietnam al +34% dalla Thailandia, “mai così tanto riso straniero è arrivato in Italia come nel 2016, con una vera invasione da Oriente da cui proviene quasi la metà delle importazioni che hanno raggiunto il record storico di 244 milioni di chili”. È quanto emerge dal Dossier #SosRisoItaliano elaborato da Coldiretti su dati Istat. “Un’invasione – sostiene Coldiretti – che ha scatenato la protesta degli agricoltori che hanno lasciato le risaie delle principali regioni di produzione per un blitz davanti al Ministero delle politiche agricole contro speculazioni e inganni che mettono a rischio il primato dell’Italia in Europa”. “Il risultato – sottolinea Coldiretti – è che un pacco di riso su quattro e straniero ma il consumatore non lo può sapere e non è in grado di fare scelte di acquisto consapevoli per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza”. Sotto accusa è l’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime Eba (Tutto tranne le armi), con il riso lavorato importato in Europa senza essere sottoposto a dazi che è passato dal 35% del 2008/2009 al 68% del 2015/2016. “Un regalo alle multinazionali – denuncia Coldiretti – che sfruttano il lavoro anche minorile e impiegano intensivamente prodotti chimici vietati in Europa con danni sulla salute e sull’ambiente”. Per il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, il riso made in Italy va difeso con “l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, il blocco delle importazioni da Paesi che non rispettano le stesse normative vigenti in Italia” ma servono anche “interventi comunitari tempestivi ed efficaci nei confronti delle importazioni incontrollate”.

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