CUPRA MARITTIMA – Il Cinema Margherita di Cupra Marittima da giovedì 6 a lunedì 10 aprile propone:

  • La vendetta di un uomo tranquillo di Raúl Arévalo, con Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz, Alicia Rubio, Manolo Solo. Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Venezia 2016 nella sezione “Orizzonti” dove Ruth Diaz ha vinto il premio per la Miglior interpretazione femminile, e al Toronto International Film Festival.
  • La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit. La pellicola partecipa in concorso al Festival di Cannes 2016 nella sezione Un Certain Regard.

La vendetta di un uomo tranquillo di Raúl Arévalo
giovedì 6 aprile ore 21,30
sabato 8 aprile ore 18,30 -21,30
domenica 9 aprile ore 16,30-18,30 –  21,30
lunedì 10 aprile ore 21, 30

La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit
venerdì 7 aprile ore 21,30
sabato 8 aprile ore 17,00
domenica 9 aprile ore 15,00

rassegna martedì d’essai
Vedete, sono uno di voi di Ermanno Olmi
martedì 11 aprile ore 21,30
ingresso unico €5,00
Al Cinema Margherita proseguono gli appuntamenti con il Cinema d’Essai, martedì 11 aprile la rassegna propone Vedete, sono uno di voi di Ermanno Olmi

La vendetta di un uomo tranquillo: Madrid, agosto 2007. Curro è l’unico di una banda di quattro criminali che viene arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana e il loro figlio sono in attesa che lui esca di prigione. José è un uomo chiuso e solitario, che non sembra trovare il suo posto nel mondo. Una mattina di inverno si reca nel bar gestito da Ana e da suo fratello e da quel giorno la sua vita si intreccia con quella degli altri frequentatori abituali del bar, che lo accolgono come uno di loro. In particolar modo, è Ana a vedere nel nuovo arrivato una speranza per la sua penosa esistenza. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, Curro trova una donna confusa e insicura e si troverà a dover affrontare un uomo che distruggendo le sue aspettative cambierà tutti i suoi piani. (www.trovacinema.it)

“Ne La vendetta di un uomo tranquillo è la regia a fare da padrone, impossessandosi di ogni scena senza mai abbandonare un realismo di fondo che ci fa riconoscere, ad esempio, un incidente stradale filmato dall’interno di un’automobile, e che riporta la violenza al suo vero impatto emotivo senza “tarantinizzarla” (nonostante i titoli di testa del film sembrino presi a prestito da Kill Bill). Quella di Arévalo è una regia intima, sensuale, sempre pertinente all’evoluzione della storia e dei personaggi. Una regia che spia attraverso stipiti e spiragli, o “spara” in primissimo piano i volti nudi degli interpreti, modulando la propria scelta stilistica a seconda delle necessità di ciascuna scena.

L’influenza del cinema del Sudamerica (soprattutto il primo Inarritu) appare evidente, ma ricondotta alla matrice della “madrepatria” spagnola, e dunque depurata dei toni carichi e splatter del melodramma latinoamericano. Particolarmente interessante è il lavoro sul sonoro, che nei momenti di tensione ripete ossessivamente i rumori d’ambiente (uno per tutti: il punching ball colpito a ritmo sempre più frenetico in una palestra) mentre in quelli di azione esplosiva diventa ovattato, o addirittura scompare.

La sceneggiatura, cofirmata da Arévalo, è ben strutturata, presenta i personaggi come pezzi di un puzzle che è lo spettatore a dover ricomporre, e ci invita a cercare i pezzi mancanti, distinguendo quelli giusti da quelli sbagliati. Perde però l’occasione di esplorare più a fondo il tema della (possibilità di) redenzione, lasciandolo solo sottotraccia. A prevalere è, dichiaratamente, quella rabbia che faceva parte del titolo originale del film, e che penetra il mood della storia. Straordinari gli attori, soprattutto Luís Callejo nei panni di Curro e Ruth Díaz, premio Orizzonti per la miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia, in quelli di Ana. La vendetta di un uomo tranquillo è un thriller credibile, teso come una corda di violino, che non rinuncia alla sua identità etnica e a un’estetica autoriale, pur rispettando alla lettera i canoni del genere.” (Paola Casella – Mymovies.it)

La tartaruga rossa: Scampato a una tempesta tropicale e spiaggiato su un’isola deserta, un uomo si organizza per la sopravvivenza. Sotto lo sguardo curioso di granchi insabbiati esplora l’isola alla ricerca di qualcuno e di qualcosa. Qualcosa che gli permetta di rimettersi in mare. Favorito dalla vegetazione rigogliosa costruisce una zattera, una, due, tre volte. Ma i suoi molteplici tentativi sono costantemente impediti da una forza sotto marina e misteriosa che lo rovescia in mare. A sabotarlo è un’enorme tartaruga rossa contro cui sfoga la frustrazione della solitudine e da cui riceve consolazione alla solitudine (www.trovacinema.it)

“Animato a mano con acquerello e carboncino, La tartaruga rossa respira con la natura e parla la sua lingua. Senza dialoghi, questo racconto contemplativo si esprime attraverso la luce cangiante, il fragore di un temporale, lo schianto di un tuono, lo scroscio di una corrente di acqua dolce, il crepitio del fuoco, l’infrangersi delle onde, il fruscio delle foglie. Il supplemento di animismo giapponese tradisce l’influenza dello Studio Ghibli, l’afflato e la partecipazione di Isao Takahata e Hayao Miyazaki, sedotti dai lavori dell’autore olandese (The Monk and the Fish, Father and Daughter), percorsi da una malinconia tenace che dice della fuga del tempo, degli anni che passano sul bordo del fiume o su un’isola in mezzo al mare.
La tartaruga rossa è un’opera semplice e metaforica che disegna la vita attraverso le sue tappe (ostacoli, scoperte, solitudine, amore, genitorialità, vecchiaia, morte) ed esprime un rispetto profondo per la natura e la natura umana, veicolando un sentimento di pace e ammirazione davanti al suo mistero. Rivelazione sospesa tra terra e mare, tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, La tartaruga rossa è drammatizzato con la sola forza del disegno, dei colori, dei movimenti, della musica che interpreta e amplifica la purezza delle linee.” (Marzia Gandolfi – Mymovies.it)

Anche per la stagione 2016-2017 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa € 5, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.

Ingressi: € 6,50 interi, € 5,00 ridotti
Ingresso universitari: € 4,00

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