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David di Donatello: vince Virzì, Benigni emoziona

Sergio Perugini

Si è aperta con il corto-parodia “Io, te e David” (come vincere un David di Donatello), con Valerio Mastandrea e Luca Argentero – nel 2016 era stato Paolo Sorrentino la guest star -, la cerimonia dei David di Donatello 2017, per il secondo anno organizzata da Sky e condotta da Alessandro Cattelan.
Una serata di gala che si sta orientando in modo chiaro verso lo stile hollywoodiano, in termini di ritmo, conduzione e battute ironico-graffianti. Il risultato è certo buono, anche se la platea del cinema italiano non sembra seguire sempre la direzione. Ma veniamo ai premi.

Il David di Donatello per miglior film dell’anno è stato assegnato a “La pazza gioia” di Paolo Virzì, autore che vince anche il premio per la miglior regia. Il film, passato con successo nel 2016 al Festival di Cannes nella sezione “Quinzaine des Réalisateurs” e molto venduto nei mercati internazionali dell’audiovisivo, ha portato così a casa i premi più importanti.

A “La pazza gioia” è andato poi il premio per la miglior attrice, Valeria Bruni Tedeschi – quarto David nella carriera –, che ha voluto condividere il riconoscimento con la coprotagonista Micaela Ramazzotti: “Senza di lei, senza il personaggio di Donatella, la mia Beatrice non sarebbe mai esistita”.
Miglior attore italiano è, invece, Stefano Accorsi per “Veloce come il vento” di Matteo Rovere. Il film ha ottenuto anche i David per: montaggio di Gianni Vezzosi, effetti digitali di Artea Film & Rain Rebel, fotografia di Michele D’Attanasio. Il miglior trucco è di Luca Mazzoccoli sempre di “Veloce come il vento”, film cui è andato anche il David per il miglior suono.

Miglior attore non protagonista Valerio Mastandrea per “Fiore” (4 David nella carriera). Attrice non protagonista è Antonia Truppo per “Indivisibili” di Edoardo De Angelis.
Il regista De Angelis, con il suo intenso racconto sulla vita di due gemelle siamesi nel napoletano, passato alla 73ª mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, conquista numerosi riconoscimenti: miglior sceneggiatura originale firmata da De Angelis insieme a Barbara Petronio e Nicola Guaglione; migliori produttori Attilio De Razza e Pierpaolo Verga; migliori costumi di Massimo Cantini Parrini. Al film “Indivisibili” vanno anche i riconoscimenti il musicista Enzo Avitabile e la miglior canzone originale ancora di Avitabile.

David miglior adattamento (sceneggiatura non originale) è per “La stoffa dei sogni” scritto dal regista Gianfranco Cabiddu, con Ugo Chiti e Salvatore De Mola. “La pazza gioia” vince ancora la miglior scenografia di Tonino Zera e la miglior acconciatura di Daniela Tartari.
Il David Giovani è stato conferito a “In guerra per amore” di PIF | Pierfrancesco Diliberto, già vincitore del riconoscimento dei ragazzi per “La mafia uccide solo d’estate”. Miglior regista esordiente è Marco Danieli per “La ragazza del mondo”, prodotto dal Centro sperimentale di cinematografia con Rai Cinema e passato alla Mostra di Venezia nel 2016. Miglior documentario è “Crazy for Football” di Volfango De Biasi.

Il cinema internazionale è stato riconosciuto come di consueto durante la cerimonia dei David: miglior film straniero è “Animali notturni” di Tom Ford, già Leone d’argento Gran premio della giuria a Venezia 73, mentre il David per il miglior film europeo è stato vinto da “Io, Daniel Blake” di Ken Loach, Palma d’oro al 69° Festival di Cannes.
Omaggio poi agli artisti scomparsi in stile Oscar, accompagnato dalla performance degli Afterhours sulle note di “Across The Universe” dei Beatles.

L’emozione di Benigni: “Il cinema italiano è il più grande del mondo”

È per Roberto Benigni il David di Donatello speciale alla carriera 2017. Il regista e attore toscano è entrato in scena sulle note (da Oscar) composte da Nicola Piovani per la “La vita è bella”. Preceduto dalla presentazione del decano Giuliano Montaldo, Benigni ha accolto con emozione la statuetta del David:

“Un premio bellissimo. Ritrovarsi qui insieme scalda il cuore. Il cinema italiano è il più grande del mondo, questo è il premio più grande del mondo. Abbiamo reso grande l’arte più giovane e più fragile. Il cinema è l’arte della vicinanza”.

Ancora, “il cinema – ha affermato il regista toscano – mi ha fatto vedere sullo schermo i sentimenti: l’amore, l’odio, l’inquietudine. La vita era là, che mi aspettava, bella e sacra”.
Il pensiero poi è andato ai grandi autori che lo hanno segnato nel corso degli anni. “L’ho detto anche dinanzi al presidente Sergio Mattarella, alla cerimonia organizzata al Quirinale: Roberto Rossellini e Federico Fellini sono per me i due più grandi autori. Li considero Omero e Dante”.
Un pensiero poi alla compagna di una vita, Nicoletta Braschi: “Vorrei dedicare questo premio a Nicoletta Braschi, ma non posso… Questo premio di fatto non è mio, è suo! Le appartiene. Vorrei, dunque, che lei in cuor suo lo dedicasse a me”.