“Il ruolo della Chiesa nel pacificare le tensioni esistenti sull’acqua deve essere orientato all’educazione dei principi di coesistenza e istruzione al riconoscimento del principio base che l’acqua è per tutti”.
Lo ha detto il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, durante la conferenza “Watershed. Replenishing water vale for a thirsty world”.
“L’acqua – ha proseguito – è un bene comune e appartiene a tutti, in quanto risorsa della natura. Ma ha sempre creato tensioni ed è stato strumento di guerra. Per esempio il Nilo nasce in Uganda e sfocia in Egitto, dove esistono una serie di problematiche per cui è difficile fare un comitato che regolamenti tutto il corso”. Il cardinale ha ricordato come la risorsa idrica sia considerata un elemento cruciale dell’enciclica di Francesco “Laudato si’”, alla cui stesura egli stesso ha collaborato. “Il Papa – ha osservato il cardinale – parla di vedere l’acqua come un elemento fondamentale, a cui collega il tema della sicurezza, intesa come accesso garantito e qualità della risorsa”. Oggi “è molto seria la sfida di non considerare l’acqua come una merce di scambio. In gioco – ha commentato – c’è la protezione della dignità della persona e il perseguire il bene comune. Auspico che le politiche governative riconoscano l’acqua come un diritto e non una merce”. Dopo la conferenza sul clima di Parigi, ha concluso, “ci è stato detto che il nostro mondo può riunirsi per perseguire il bene comune globale. Per cui incoraggio tutti a venire a bordo”.

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