“Un forte invito a non separare la fede dalla vita, a vivere non come in un reality, ‘senza scopo e senza fine’, e a mettersi in cammino perché mentre si cammina si cresce”: sono alcuni dei passaggi salienti del messaggio di Papa Francesco per la XXXII Giornata mondiale della gioventù dal tema “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”. Commentando al Sir il messaggio, don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), afferma che il Pontefice “si rivolge alle nuove generazioni che camminano dentro il loro tempo e riconosce che, in questo percorso, i giovani devono fare i conti con ciò che il mondo e la situazione offrono loro. È una cosa molto bella perché ci fa capire che la fede non è una cosa che si vive separata dalla vita. La fede è la vita stessa ed è la vita che ci chiama alla fede”. Si tratta di un chiaro richiamo a “vivere nella fiducia”: “Non puoi vivere se non ti fidi di qualcuno, fidarsi è parte di noi”. Altro aspetto “molto interessante” è l’invito ai giovani a “fare i conti con la propria biografia. Tra un passato e un futuro c’è un presente da vivere. E non si vive senza un progetto di vita. Il Papa – sottolinea don Falabretti – chiede di uscire dalla dimensione del ‘reality’, dove si muovono personaggi privi di progetto. Questa non è la vita, ma una situazione inventata. Il Papa chiede di uscire da una cornice falsa per potersi collocare dentro una storia di verità. Dio – scrive il Pontefice – è venuto ad allargare gli orizzonti della nostra vita, in tutte le direzioni”.

Da qui i continui riferimenti a Maria, filo rosso che accompagna il triennio in preparazione alla Gmg di Panama del 2019 e pochi mesi prima al Sinodo dei giovani. “Maria – spiega il responsabile del Snpg – invita a mettersi in cammino – quei 150 km che la separano da sua cugina Elisabetta – a porci domande. Mentre si cammina si cresce, la fede – dice il Papa – non è roba da divano. Il Pontefice offre come esempio il cammino di una giovane donna che è Maria. Maria parte di istinto per mettersi a servizio. Mettersi a servizio non è mai una cosa che si riduce all’istinto o all’andare incontro al povero di turno, ma è una cosa che chiede di mettersi in discussione fino in fondo”. E “quando Dio tocca il cuore ‘di un giovane, di una giovane, – si legge nel Messaggio – questi diventano capaci di azioni veramente grandiose’. Come recita il tema di questa Gmg”.

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