In Italia viviamo una condizione tale che ci costringe a lavorare soprattutto sull’emergenza e in emergenza”: così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nel corso dell’incontro ecumenico con la delegazione della Chiesa evangelica della Vestfalia (Germania) sull’accoglienza dei migranti. “A chi arriva, noi, come uomini e come donne prima ancora che come credenti, dobbiamo dare anzitutto aiuto e accoglienza – ha detto mons. Galantino -. Questo nonostante un certo malumore che si respira in alcune frange della politica e della società che non vorrebbero assolutamente sentir parlare di immigrazione e speculano su questo dramma sottolineandone solo gli aspetti problematici”.
Per il vescovo
, vanno contrastati gli stereotipi, come “il fatto che alcuni immigrati siano coinvolti in episodi di criminalità. Episodi che, va detto, risultano del tutto minoritari. Oppure, l’associare i migranti ai terroristi, quando sappiamo bene che i terroristi non arrivano sui barconi perché, purtroppo, hanno ben altri mezzi”. Un contesto in cui “la Chiesa in Italia si trova a dover far fronte a due livelli di difficoltà – ha sottolineato il segretario generale -. Il primo è l’emergenza, il secondo è rappresentato dalla cattiveria e dalla volgarità con cui uomini e donne di Chiesa sono ‘accusati’ di accogliere. Vi sono minoranze chiassose per le quali la Chiesa è ‘colpevole’ di immigrazione. Ma tutto questo non ci ha fermato”.

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