DIOCESI – “In questa celebrazione eucaristica, come in ogni celebrazione eucaristica, noi lodiamo Dio per i doni che in Gesù egli fa alla Chiesa: il dono della fede, della Parola e dei sacramenti. In modo particolare lo lodiamo oggi per il dono di persone che si consacrano a lui con il voto di castità, povertà e obbedienza, per mettersi con piena libertà al servizio del suo corpo che è la Chiesa, per renderla sempre di più il suo Regno di amore, di giustizia e di pace nel mondo tormentato da lotte e conflitti”.

Con queste parole il Vescovo Carlo Bresciani ha iniziato la sua omelia in occasione della professione perpetua di Suor Godelive della congregazione delle suore oblate del SS . Redentore tenutasi sabato 3 marzo presso il Santuario dell’Adorazione dei Padri Sacramentini in San Benedetto del Tronto.

Vescovo Carlo: “Può sembrare anacronistico, fuori dai tempi e dalla storia, che oggi ci sia ancora chi abbraccia liberamente la castità perpetua, la povertà e l’obbedienza come stile di vita. Il mondo certo esalta altri stili di vita, esattamente opposti, osannando come valori assoluti la sessualità, la ricchezza e l’autonomia, che sarebbero i soli valori capaci di dare la vera felicità. Il risultato però è quanto meno deludente.
Ogni persona, il mondo, cerca amore, ma esalta come valore ciò che non è portatore di amore, ma di chiusura su se stessi, di contrapposizione e di sopraffazione.
Sessualità, denaro e libertà sono certo dono di Dio per il bene dell’uomo, sono valori senza dei quali non è possibile una vita degna dell’essere umano, ma essi sono tali solo se diventano dono, ordinati cioè a costruire nell’amore vero le relazioni umane e, quindi, se sono vissuti e usati non egoisticamente, come affermazione di sé, ma come mezzo capace di dire l’amore a Dio e al prossimo.
Nessuna vita umana potrà trovare pienezza e compimento felice nelle cose di questo mondo, per quanto in sé buone, ma solo nell’amore; non solo nell’amore ricevuto, ma nell’amore donato. Qui sta il segreto che dischiude la strada alla felicità della vita, anche se strada non esente da grandi sfide e impegno.
Gesù nel Vangelo ci avverte che non tutti capiscono, ma se noi abbiamo compreso quanto appena affermato, allora possiamo almeno intuire che quanto ora sta facendo Sr. Godelive consacrando la sua vita a Dio e alla Chiesa attraverso voti di castità, povertà e obbedienza non è solo una rinuncia a qualcosa che il mondo valuta come bene primario, ma una affermazione di aver trovato la vera strada della vita, grata a Dio per avergliela fatta conoscere in Gesù. Attraverso questi voti la vita umana non è privata di nulla, se essi hanno alla loro origine l’amore che si fa servizio per il bene delle donne e degli uomini amati da Dio; se sono espressione di un amore che rende grande l’essere umano più che impoverirlo. Solo l’amore esprime la vera dignità umana che eleva l’essere umano al di sopra di ogni altro vivente sulla terra: sessualità, ricchezza e libertà devono essergli sottomessi.
Questa verità dice la vita consacrata a tutti noi, consacrati o uniti nel sacramento del matrimonio che siamo. Sr. Godelive ce lo dice oggi con la sua consacrazione, mentre rende grazie a Dio per averglielo fatto conoscere con tenerezza di amore di Padre.
Ma la consacrazione manda a vivere l’amore in un mondo che parla molto di amore, ma vive di egoismo. Capacità drammatica dell’uomo: usare anche la parola ‘amore’ per nascondere talora l’egoismo più bieco. Per questo il consacrato deve tornare sempre di nuovo alla fonte dell’amore, a Dio, e abbeverarsi continuamente a quella fonte inesauribile dell’amore gratuito che non si lascia spegnere neppure dalle nostre meschinità e dal nostro peccato.
La capacità di amare non è una conquista fatta una volta per sempre: molte sono le forze, dentro e fuori di noi, che spingono verso altre strade che, come Scilla e Cariddi, cercano di ammaliare colui che è in cammino. Occorre tenere salda la bussola che indica la strada giusta: essa è la Parola di Dio che ci è rivelata in Gesù; è la vita stessa di Gesù; è la Chiesa che insieme alla Parola e ai sacramenti della fede ci rende parte di una comunità con la quale il cammino non viene fatto in solitudine.
Questa è la bussola di ogni vita cristiana che in sé stessa è vocazione ad amare secondo il cuore di Cristo, perché, solo chi dona la propria vita per amore, la ritrova arricchita delle qualità stesse di Dio che è amore”.

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