Dall’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi), reso noto ieri dalla Commissione Ue, risulta che Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi “rimangono in testa alla classifica di quest’anno, seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Austria”. I tre Paesi più digitalizzati dell’Unione sono anche in testa alla classifica mondiale, “superando la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti”. La Slovacchia e la Slovenia sono, per l’Esecutivo di Bruxelles, i Paesi Ue che hanno registrato i maggiori progressi. Invece “nonostante alcuni miglioramenti, vari Stati membri, tra cui Polonia, Croazia, Italia, Grecia, Bulgaria e Romania, sono ancora in ritardo in termini di sviluppo digitale rispetto alla media dell’Unione”. Tenendo conto di quanto emerso dal Desi, la Commissione pubblicherà in maggio il suo esame intermedio della Strategia per il mercato unico digitale “al fine di individuare gli ambiti in cui potrebbero essere necessari ulteriori sforzi o proposte legislative per affrontare le sfide del futuro”. Dal Desi emerge fra l’altro che la connettività è migliorata, ma “è ancora insufficiente per far fronte al fabbisogno futuro”.
Il 76% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/s); gli abbonamenti ai dati mobili sono in aumento, passando da 58 abbonati ogni 100 abitanti nel 2013 a 84 nel 2016; i servizi mobili 4G coprono l’84% della popolazione dell’Ue. “Tuttavia, questi progressi – è il commento – non sono sufficienti per affrontare le crescenti esigenze future di rapidità, qualità e affidabilità dei collegamenti”. Crescono le competenze digitali dei cittadini: il 79% dei cittadini europei si connette a Internet almeno una volta alla settimana, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2016; il 78% degli utenti della rete utilizza Internet per giocare o per scaricare musica, film, foto o giochi; il 70% degli internauti europei legge giornali online (64% nel 2013); il 63% utilizza le reti sociali (57% nel 2013). Progredisce invece lentamente il commercio digitale. E resta comunque in svariati settori il divario tra Paesi più o meno “digitali”.

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