DIOCESI – “Simone non farlo! Simone non farlo!” sentivo ripetere da chi mi telefonava allarmato dopo che su giornale avevo annunciato una riflessione sul risultato elettorale.
In queste ore ho ricevuto, infatti, diverse telefonate e messaggi di persone che mi chiedevano di non pubblicare la considerazione annunciata dopo lo spoglio delle schede raccolte durante le votazioni che si sono svolte domenica 19 febbraio a conclusione della XVI assemblea diocesana di Azione Cattolica.
Lo spoglio ha rivelato la presenza di 30 schede bianche (su 75) per il settore Giovani e per l’ACR.
Chiariamo innanzitutto questo primo punto. Il giornalista dà una lettura dei fatti e il fatto, in questo caso, è l’elevato numero di schede bianche.

La XVI assemblea diocesana di Azione Cattolica è stato un evento pubblico, al quale ho partecipato e sul quale qualsiasi giornalista interessato poteva scrivere qualcosa: non comprendo, quindi, il “processo alle intenzioni“, né posso assumermi responsabilità che non mi competono.
Sarebbe come se si attribuisse allo specchio la responsabilità delle immagini che riflette.

Partiamo dalle riflessioni mattutine del Vescovo Carlo Bresciani e del consigliere nazionale di Azione Cattolica, il professor Manuel Mussoni.

Video intervento Vescovo Carlo Bresciani

Il consigliere Mussoni ha affermato “un primo segno della gioia è stato molto ben spiegato dal Vescovo: se vogliamo costruire comunione, dobbiamo portare con pazienza la ‘scomodità’.
La logica del dono è la logica di lasciare qualcosa di sé per il bene dell’altro. A livello pratico non è così semplice, infatti non sempre ‘me la sento’.
Ma la comunione si costruisce solo così. La fede entra nelle faccende della vita: se credo in Dio, devo avere il coraggio di ascoltare chi ho davanti. Non parliamo della politica dove tutti sono presentissimi quando si deve parlare e sono invece assenti quando c’è da ascoltare.
Se io metto da parte la rabbia per ascoltare chi ho davanti, sto dimostrando che l’amore che voglio vivere parte dal riconoscerlo. E questo lo posso fare anche nella Chiesa”.

Il professor Mussoni si è poi soffermato su un’esperienza vissuta personalmente durante i suoi primi anni di insegnamento: “Quando ho iniziato a insegnare religione ero molto giovane; entrando in un quarto superiore di un istituto alberghiero, ricordo che dal fondo all’aula si alzò una ragazza che urlò una bestemmia completa.

Il mio primo pensiero fu: “Ora la punisco così metto in chiaro chi comanda“.
Questa la possiamo riconoscere come una ‘situazione di comodità’: agire con uno strumento di forza per dominare la situazione.
L’Evangelii Gaudium ci chiede, invece, di mettere da parte l’emotività e così ho cercato di pormi anch’io qualche domanda.
Ho riflettuto e ho capito che non poteva avercela con me, in quanto ero un nuovo insegnante e ho cercato di tradurre e comprendere quel suo grido, quella sua bestemmia.
Questa ragazza cosa mi comunicava? Mi sono fatto prossimo e ho cercato di capire la sua storia. Questo ci viene chiesto, di metterci in ascolto”.

In conclusione, il consigliere nazionale Mussoni ha affermato: “Un altro segno della gioia non rimane nelle sale parrocchiali. L’Azione Cattolica cerca di vivere il mondo con un certo stile“.

Dunque, entrambe le riflessioni,  quella del Vescovo e quella del consigliere, mettevano in luce come sia importante la sinodalità, il confronto, l’ascolto e il fatto di sentirsi parte di un’Associazione che deve essere testimone anche nella società della gioia dell’incontro con Gesù.

Prendendo spunto dall’espressione “l’Azione Cattolica cerca di vivere il mondo con un certo stile”, potremmo quindi dare probabilmente due letture a quanto è successo durante il voto, cioè alla presenza delle 30 schede bianche.

Una prima possibile spiegazione, come ha scritto, cercando di sdrammatizzare, l’assistente diocesano di Azione Cattolica Ragazzi Don Gian Luca Rosati, è che “le schede bianche siano una dichiarazione di fiducia incondizionata nell’associazione, una fiducia così piena da dire: «Vi do carta bianca», espressione che in questo caso suonerebbe: «Vi do scheda bianca!”

Una seconda possibile lettura, al contrario, potrebbe essere quella data da un lettore che ci scrive: “Votare scheda bianca, rientrando nel diritto di un votante, annuncia un probabile segno di debolezza di chi, non potendo probabilmente esprimere un proprio candidato, decide di “lavarsi le mani” e di non scrivere un nome sulla scheda per il settore preposto”.
Il lettore di cui sopra, inoltre, aggiunge: “Questi ‘giochi’ probabilmente dovremmo lasciarli alla politica e non alle associazioni come l’Azione Cattolica.
Mi dispiace constatare che tale decisione “all’astensione” sia arrivata dopo una mattinata dove abbiamo sentito continui appelli alla sinodalità, alla collaborazione, all’impegno, all’essere testimoni con i fatti di cosa voglia dire essere membri dell’Azione Cattolica.
Se questi sono i fatti, forse queste persone probabilmente hanno capito ben poco dell’Azione Cattolica. Nel settore Giovani e nell’ACR ci sono molti che hanno messo a disposizione se stessi e il proprio cuore.
Invece di votare scheda bianca, sottolineando di non essere in accordo con i candidati proposti, potevano proporre un loro candidato.
Con la scheda bianca forse si sottolinea il “me ne frego“, contrario a quell’ I CARE, quel prendersi a cuore un’associazione e una realtà a cui ci si richiama continuamente.
Però, come diceva un vecchio detto, ‘quanto è facile criticare, quanto invece è duro costruire‘! Noi, comunque, continueremo a costruire ponti per far sì che questa spiacevole situazione si possa un giorno sanare”.

Personalmente, credo che chi ha scritto una tale riflessione sia così amareggiato da non vedere nelle schede bianche nient’altro che una spia sicura di una possibile sfiducia.

Io, invece, concordo pienamente con il pensiero di Don Gian Luca Rosati, che sia stato un atto di fiducia verso chi ha deciso di mettere la testa e il cuore nell’Associazione.

Qualora, invece, non fosse così, sono certo che il nuovo Consiglio Diocesano, come ha testimoniato anche il consigliere Manuel con quella studentessa che bestemmiò in classe, saprà ascoltare le esigenze di chi probabilmente ha voluto manifestare con un tale voto il disagio di vivere all’interno di un’associazione che, in alcuni settori, forse non sente “sua”.

L’esempio di San Tommaso D’Aquino potrebbe essere esplicativo. Si racconta che, una volta, mentre San Tommaso era immerso nella lettura, alcuni frati, che lo reputavano stupido, gli urlarono: “Tommaso, un asino vola!”.
Tommaso, allora, uscì voltando gli occhi al cielo al punto che i frati cominciarono a ridere. Il santo, però, così rispose: “Preferisco pensare che un asino voli piuttosto che credere che dei frati dicano bugie”.

Abbiamo provato a dare voce alle ‘schede bianche’, come atto di collaborazione affinché la situazione possa risolversi nel miglior modo possibile, però non sapendo chi fossero diamo la possibilità di poter esprimere il proprio pensiero anche commentando l’articolo.

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1 commento

  • Simone Incicco
    23/02/2017 alle 14:25

    Abbiamo accolto la gentile richiesta di Don Dino Pirri di cancellare i commenti pubblicati. Grazie

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