Di don Gian Luca Rosati, tratto dal blog Gioia e Pace
DIOCESI – Si può vivere la quotidianità come un tempo di grazia e riuscire a far chiarezza sulla propria vita e sui propri desideri scoprendo ciò che è essenziale.
Mi sembra di poter sintetizzare così l’esperienza di una cena che ci ha visti, Vescovo e preti giovani, ospiti dei giovani che stanno facendo la prima esperienza di vita comune.
La proposta delle settimane di vita comune è venuta dal Servizio Diocesano di Pastorale giovanile, che ha ripreso le indicazioni del Sinodo Diocesano.
 
I giovani della Diocesi hanno risposto alla chiamata accogliendola con il coraggio e l’entusiasmo dei pionieri. Tra qualche giorno saranno loro a testimoniare la bontà di questa esperienza ai loro coetanei e, se i loro occhi sorrideranno come hanno sorriso a noi Lunedì sera, la loro testimonianza avrà l’effetto di attrarre e coinvolgere altri!
Abbiamo celebrato la messa con loro nella piccola cappellina della casa e poi abbiamo condiviso la cena, mettendoci in ascolto delle loro risonanze sulla prima settimana trascorsa insieme.
Li sento parlare e resto edificato: è fonte di gioia vedere come il Signore accompagna il cammino di ciascuno ed è fonte di gioia accorgersi di come noi adulti abbiamo tanto da imparare dai nostri giovani. Mi accorgo che anche la mia vita di pastore ed educatore funziona se non sono solo quello che propone e insegna, ma anche quello che sa accogliere le proposte degli altri, quello che sa riconoscere il bene nelle persone che ha accanto e impara.
Don Peppe, animando le due settimane di vita comune, sta aiutando i giovani a scoprire che il Vangelo davvero rende la vita più buona, più bella. Questi giorni di fraternità sono l’occasione per scoprire il tesoro che è la vita dell’uomo, tesoro che dobbiamo stare attenti a non sciupare: c’è una bella differenza tra il vivere e il vivacchiare e se non stiamo attenti alla gestione del tempo, le giornate passano e noi, invece di viverle, tiriamo a campare.
Qualcuno fa una domanda sulla regola di vita. Ripenso al primo anno di seminario, quando il padre spirituale ci invitò a scrivere la nostra regola di vita.
Che fortuna hanno questi ragazzi nel confrontarsi oggi con certi temi!
Il Vescovo spiega cos’è la regola di vita e perché è bene che ciascuno provveda a stabilire la sua: mettere ordine nella giornata ci consente di dedicare il tempo giusto a ogni attività e di prendere coscienza di quelle che sono le priorità, le cose che non devono assolutamente mancare o essere trascurate.
L’esperienza di fraternità nella casa ha una durata di due settimane, ma lo stile di vita cristiana che si è sperimentato e gustato nella casa, chiede di essere custodito come una perla preziosa, come ogni tesoro che nel cammino della vita ci capita di trovare!

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