“Questi sono veri e propri crimini di lesa umanità che devono essere riconosciuti tali da tutte le autorità religiose, politiche e sociali, e sanciti dalle leggi nazionali e internazionali”. È quanto dichiara mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, alla Radio Vaticana, a proposito dell’incontro organizzato dall’organismo vaticano presso la Casina Pio IV sul traffico i organi. L’incontro, ispirato dal Papa, alla presenza di studiosi ed esperti di tutto il mondo, vuole dare risposte concrete a un fenomeno in preoccupante e dilagante aumento, strettamente legato ad altre drammatiche piaghe: le migrazioni forzate, la povertà che stride di fronte alla ricchezza eccessiva. “Siamo riusciti anche ad aprire la discussione alle Nazioni Unite e questo ha fatto sì che, per la prima volta nella storia dell’Onu, sia stato riconosciuto che esiste la piaga del traffico umano, che si manifesta nelle nuove forme di schiavitù, nella forma del lavoro forzato, specialmente dei bambini, e nella forma anche del traffico di organi”, spiega Sorondo. “Adesso – prosegue – i 193 Paesi che sono al Palazzo di Vetro hanno un nuovo imperativo morale. Naturalmente la prima cosa che tutti hanno osservato oggi è che c’è molto silenzio intorno ad esso! Si tratta di una pratica che non si può fare senza la complicità dei medici e quindi abbiamo affrontato il tema della coscienza dei medici”.

Soluzioni pratiche? “Intanto – propone Sorondo – dire chiaramente che questo è un crimine contro l’umanità che vede, come prima causa, lo sfruttamento delle situazioni di indigenza da parte di chi ha invece disponibilità. In mezzo c’è la criminalità che sfrutta le diseguaglianze sociali per trovare nuove forme illegali di guadagno”. All’incontro in Vaticano partecipa anche la Cina, accusata in passato di alimentare il traffico di organi, prelevandoli alle persone condannate a morte. Dal 2015 nella Repubblica Popolare c’è una legge che consente solo donazioni volontarie, ma ci sono ancora passi importanti da fare: le cifre tra donatori e trapianti appaiono fortemente squilibrate.

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