PapaM.Michela Nicolais

“Questa è una mia opinione: le donne sono più coraggiose degli uomini”. Lo ha detto, a braccio, Papa Francesco, salutato da un applauso scrosciante dei circa 6mila fedeli presenti in Aula Paolo VI. “Questa donna, questa vedova, rischia: anche di fare una brutta figura davanti agli altri, ma è coraggiosa, va avanti”, il tributo sempre fuori testo alla figura biblica di Giuditta, al centro della catechesi: “Una grande eroina del popolo”, “coraggiosa, nella fede e nelle opere”, che “rimprovera in faccia il popolo”, sa parlare “il linguaggio della speranza” e restituisce alla sua gente la “fiducia” nel Signore, anche quando tutto sembra ormai perduto. Giuditta, per Francesco, è l’emblema della donna coraggiosa: quella che viene rappresentata in quadri celeberrimi come la tela di Caravaggio o rivalutata in una mostra in corso a Roma, a Palazzo Braschi, dove una donna, Artemisia Gentileschi, ritrae con verismo appassionato e partecipe un’altra donna, l’eroina dallo sguardo fermo e determinato mentre taglia la testa di Oloferne.

“Quante volte noi arriviamo a situazioni limite, dove non sentiamo neppure la capacità di avere fiducia nel Signore: è una tentazione brutta”, dice il Papa a braccio stigmatizzando l’atteggiamento dei figli di Israele, che, disperati, “sono arrivati a dire: Dio ci ha venduti” e a concedere cinque giorni a Dio per salvarli, perché “non hanno fiducia, attendono il peggio”. Ma “le donne sono più coraggiose degli uomini”, l’omaggio di Francesco, a cui i 6mila dell’Aula Paolo VI si associano con un caldo applauso. Ed è proprio a questo punto che entra in scena Giuditta, “vedova, donna di grande bellezza e saggezza”, che “parla al popolo con il linguaggio della fede”, che è “il linguaggio della speranza”.

“Non mettiamo mai condizioni a Dio e lasciamo invece che la speranza vinca i nostri timori”, l’invito che attualizza la figura biblica di Giuditta. “Fidarsi di Dio – spiega Francesco – vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative”.

“Noi chiediamo al Signore vita, salute, affetti, felicità; ed è giusto farlo, ma nella consapevolezza che Dio sa trarre vita anche dalla morte, che si può sperimentare la pace anche nella malattia, e che ci può essere serenità anche nella solitudine e beatitudine, anche nel pianto”, prosegue: “Non siamo noi che possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui noi abbiamo bisogno. Lui lo sa meglio di noi, e dobbiamo fidarci, perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri”.

“Il cammino che Giuditta ci indica è quello della fiducia, dell’attesa, della pace, della preghiera e dell’obbedienza”, le parole del Papa dedicate alla protagonista della catechesi: “È il cammino della speranza”, aggiunge a braccio: “Senza facili rassegnazioni, facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità, ma sempre rimanendo nel solco della volontà del Signore”.

Giuditta, il commento di sintesi, sempre a braccio, “è coraggiosa nella fede e nelle opere”. Di fatto, “ha un suo piano, lo attua con successo e porta il popolo alla vittoria, ma sempre nell’atteggiamento di fede di chi tutto accetta dalla mano di Dio, sicura della sua bontà”, racconta Francesco: “Con la forza di un profeta, Giuditta richiama gli uomini del suo popolo per riportarli alla fiducia in Dio; con lo sguardo di un profeta, vede al di là dello stretto orizzonte proposto dai capi e che la paura rende ancora più limitato”. “Il Signore è Dio di salvezza – e lei ci crede – qualunque forma essa prenda”, conclude il Papa: “È salvezza liberare dai nemici e far vivere, ma, nei suoi piani impenetrabili, può essere salvezza anche consegnare alla morte”. “Donna di fede, lei lo sa”: Giuditta è “una donna piena di fede e di coraggio”, che “ridà forza al suo popolo in pericolo mortale e lo conduce sulle vie della speranza, indicandole anche a noi”.

Infine, un parallelo tra la figura biblica al centro dell’udienza di oggi e la saggezza delle nonne. “Se facciamo un po’ di memoria – dice Francesco concludendo l’udienza a braccio – quante volte abbiamo sentito parole sagge, consigli coraggiosi, da persone umili, da donne umili”, come le “parole delle nonne”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

1 commento

  • Girolami Saula
    26/01/2017 alle 15:43

    Papa Francesco continua a confermare di essere "l'Ispirato" per eccellenza,le sue parole riempiono il cuore di tutti coloro che amano e credono profondamente nel Signore e nelle sue parole,donano fiducia e illuminano la via che stanno percorrendo nella certezza di non essere soli nell'affrontare le difficoltà della vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *