FilmMassimo Giraldi e Sergio Perugini

Martedì 24 gennaio 2017, sono state annunciate alle 14.18 (ora italiana) le candidature per gli 89° Academy Awards, i Premi Oscar 2017, che si terranno il prossimo 26 febbraio a Los Angeles. La notizia che riguarda il nostro cinema è la candidatura nella categoria documentario per “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, che ha iniziato il suo cammino internazionale al Festival di Berlino nel 2016, vincendo il premio più importante, l’Orso d’oro.

L’augurio di Meryl Streep per l’Oscar al film su Lampedusa

Era lì a Berlino che Meryl Streep, presidente della Giuria internazionale del Festival, aveva detto a Rosi: “Questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa”. Un’occasione importante per il regista Gianfranco Rosi, per portare nuovamente all’attenzione della comunità internazionale il grande contributo umanitario dell’isola di Lampedusa, che come Lesbo in Grecia, è frontiera di accoglienza e speranza per molti esuli. Un avamposto umanitario verso cui spesso l’Europa si è dimostrata distratta o poco sensibile. Isole che papa Francesco ha visitato e dalle quali ha lanciato un accorato appello di solidarietà e misericordia: “In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!” (Lampedusa, 8 luglio 2013).

Nessuno come La la Land

Le altre nomination. Come da previsione, a raccogliere la gran parte delle candidature, soprattutto quelle più importanti, è “La la Land” di Damien Chazelle, già film di apertura della 73ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia e fresco vincitore di 7 Golden Globe. A “La la Land” sono andate, in particolare, le candidature per: miglior film, regia, attore Ryan Gosling, attrice Emma Stone, sceneggiatura, per un totale di 14 nomination. Il film arriverà nelle sale italiane da giovedì 26 gennaio.
A contendersi l’Oscar come miglior film, insieme a “La la Land”, troviamo: “Arrival” di Denis Villeneuve – che ottiene 8 candidature, tra cui regia e sceneggiatura, nonché molte tecniche -, la sorpresa “Manchester by the Sea” – un piccolo film da 6 candidature, tutti premi pesanti come regia, attore, attrice e sceneggiatura –, ancora il ritorno di Mel Gibson con “Hacksaw Ridge” (arriva anche la nomination per regia, una sua piena riabilitazione a Hollywood), “Fences” (da noi con il titolo “Barriere”) di e con Denzel Washington, “Hell or High Water” di David Mackenzie, “Hidden Figures” (in Italia “Il diritto di contare”) di Theodore Melfi, “Moonlight” di Barry Jenkins e Lion (“La strada verso casa”) di Garth Davis.
Per la categoria miglior film straniero, concorrono invece per il premio: “Land of Mine” (Danimarca), “A Man Called Ove” (Svezia), “The Salesman” (Iran), “Tanna” (Australia), “Toni Erdmann” (Germania).

Oscar “politicamente corretti”, anche troppo

Un dato sale immediatamente all’attenzione: anzitutto dopo le polemiche dello scorsa edizione, alimentate da Spike Lee – l’assenza d’interpreti di colore nelle nomination principali, segno secondo il regista di un’America ancora bloccata nella questione razziale, nonostante la presidenza Obama -, Hollywood cambia passo e procede in senso opposto (anche per eccesso). Tanti gli interpreti di colore nominati (tra cui: Denzel Washington, Mahershala Ali, Viola Davis, Naomie Harris, Octavia Spencer, Ruth Negga, non dimenticando anche la nomination per l’asiatico Dev Patel), così come i film nominati nelle varie categorie che affrontano tematiche di discriminazione e conflitti sociali-razziali, tra cui “Il diritto di contare”, “Loving”, “Barriere” e “Moonlight”.
Spiace che sia stato ignorato completamente “Silence” di Martin Scorsese, che ottiene solo una nomination tecnica.

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