Santa MartaZenit di Luca Marcolivio

Gesù è il “Salvatore del mondo. Non ce n’è un altro, è l’unico”. Inizia, ripartendo ‘dalle basi’, la prima omelia di papa Francesco per questo Tempo Ordinario. Il Pontefice ha celebrato la prima messa pubblica del 2017 alla Casa Santa Marta, indicando Cristo come “centro della vita”, che “si manifesta, si fa vedere e noi siamo invitati a conoscerlo, a riconoscerlo, nella vita, nelle tante circostanze della vita”.

Anche il culto dei santi è importante, ha riconosciuto il Papa, tuttavia, se da un lato “i santi sono grandi”, non tutte le “apparizioni sono vere”, ha ammonito. Premettendo che “senza Gesù Cristo non ci sono i santi”, la domanda principale che ogni cristiano dovrebbe porsi è: “Il centro della mia vita è Gesù Cristo? Qual è il mio rapporto con Gesù Cristo?”.

Il Santo Padre ha quindi indicato tre compiti “per assicurarci che Gesù è al centro della nostra vita”, il primo dei quali è “conoscere Gesù per riconoscerlo”. Ciò non è affatto scontato, se si pensa che, ai suoi tempi, “i dottori della legge, i sommi sacerdoti, gli scribi, i sadducei, alcuni farisei”, non solo non l’hanno riconosciuto ma l’hanno “perseguitato” e “ucciso”.

È dunque opportuno domandarsi: “A me interessa conoscere Gesù? O forse interessa più la telenovela o le chiacchiere o le ambizioni o conoscere la vita degli altri?”. Altrettanto importanti sono la “preghiera”, l’invocazione allo “Spirito Santo” ed il Vangelo, che, anche oggi, il Papa ha raccomandato di portare sempre con sé per leggerne un passo tutti i giorni: è questo, ha ricordato, “l’unico modo di conoscere Gesù”. C’è poi lo Spirito Santo che ha il compito di far “germogliare e crescere il seme”.

Secondo compito per il cristiano è “adorare Gesù”; non basta chiedergli grazie o ringraziarlo: a tal proposito, Francesco ha suggerito “la preghiera di adorazione in silenzio” e di depurare il cuore dalle idolatrie, dalle “altre cose che adoriamo, che ci interessano di più”; queste ultime cose “servono se io sono capace di adorare solo Dio”. La stessa invocazione “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”, che spesso ripetiamo “come pappagalli”, è invece una sublime forma di “adorazione” delle tre persone della Trinità.

Adorare Gesù in silenzio, equivale a dirgli: “Tu sei l’unico, tu sei il principio e la fine e con te voglio rimanere tutta la vita, tutta l’eternità. Tu sei l’unico”. In tal modo, riusciamo a “cacciare via le cose che mi impediscono di adorare Gesù”, ha sottolineato Bergoglio.

Terzo compito indicato dal Pontefice è quello di seguire Gesù – come fanno i primi discepoli nel Vangelo di oggi (Mc 1,14-20) – e metterlo al centro della nostra vita. “È semplice la vita cristiana, è molto semplice ma abbiamo bisogno della grazia dello Spirito Santo perché svegli in noi questa voglia di conoscere Gesù, di adorare Gesù e di seguire Gesù”, ha detto il Papa.

La sequela di Gesù avviene “nella semplicità di ogni giorno”, perché, ha ricordato infine il Santo Padre, “per essere cristiani non sono necessarie cose strane, cose difficili, cose superflue”, basta invocare “la grazia di conoscere Gesù, di adorare Gesù e di seguire Gesù”.

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