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Papa Francesco “Annunciare il Vangelo con fermezza, senza arroganza o imposizione”

AngelusZenit di Salvatore Cernuzio

“Annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione”. È questo, secondo Papa Francesco, “lo stile missionario dei discepoli di Cristo”, come afferma nella catechesi dell’Angelus, festa del Battesimo di Gesù. Una festa che – sottolinea – “ci fa riscoprire il dono e la bellezza di essere un popolo di battezzati, cioè di peccatori – tutti lo siamo – salvati dalla grazia di Cristo, inseriti realmente, per opera dello Spirito Santo, nella relazione filiale di Gesù con il Padre, accolti nel seno della madre Chiesa, resi capaci di una fraternità che non conosce confini e barriere”.

È questo il senso del gesto di Gesù riportato dal Vangelo odierno di Matteo: il Messia si unisce alla folla penitente che avanza verso Giovanni Battista e “fa la coda” per ricevere il Battesimo presso il fiume Giordano, spiega il Papa. Il profeta “vorrebbe impedirglielo”, “consapevole della grande distanza che c’è tra lui e Gesù”; ma Cristo “è venuto proprio per colmare la distanza tra l’uomo e Dio: se Egli è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso”.

Gesù chiede quindi a Giovanni di battezzarlo “perché si adempia ogni giustizia, cioè si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore, la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli”, sottolinea il Santo Padre. E nel momento in cui il Messia, battezzato da Giovanni, esce dalle acque del fiume Giordano, la voce di Dio Padre si fa sentire dall’alto: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»“.

“Nello stesso tempo – ricorda il Papa – lo Spirito Santo, in forma di colomba, si posa su Gesù, che dà pubblicamente avvio alla sua missione di salvezza; missione caratterizzata dallo stile del servo umile e mite, munito solo della forza della verità, come aveva profetizzato Isaia: «Non griderà, né alzerà il tono, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità» (42,2-3)“.

“La vera missione non è mai proselitismo ma attrazione a Cristo – evidenzia infatti il Pontefice -. Ma come si fa questa attrazione a Cristo? Con la nostra propria testimonianza, a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli”. “Ad imitazione di Gesù, pastore buono e misericordioso, e animati dalla sua grazia, siamo chiamati a fare della nostra vita una testimonianza gioiosa che illumina il cammino, che porta speranza e amore”, soggiunge.

E conclude con una preghiera alla Vergine Maria affinché “aiuti tutti noi cristiani a conservare una coscienza sempre viva e riconoscente del nostro Battesimo e a percorrere con fedeltà il cammino inaugurato da questo Sacramento della nostra rinascita. E sempre umiltà, mitezza e fermezza”.

Dopo la recita dell’Angelus, Bergoglio ricorda la cerimonia celebrata nel mattino in Cappella Sistina, durante la quale ha battezzato “un bel gruppo di neonati”, 28 per l’esattezza. “Preghiamo per loro e per le loro famiglie”, chiede il Papa ai fedeli in piazza San Pietro, rivelando di aver battezzato ieri pomeriggio anche un altro “giovane catecumeno”. Estende quindi la sua preghiera “a tutti i genitori che in questo periodo si stanno preparando al Battesimo di un loro figlio, o lo hanno appena celebrato. Invoco lo Spirito Santo su di loro e sui bambini, perché questo Sacramento, così semplice e nello stesso tempo così importante, sia vissuto con fede e con gioia”.

Il Pontefice invita inoltre “ad unirsi alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, che diffonde, anche attraverso le reti sociali, le intenzioni di preghiera che propongo ogni mese a tutta la Chiesa. Così – afferma – si porta avanti l’apostolato della preghiera e si fa crescere la comunione”.

Un saluto va, infine, ai pellegrini italiani e stranieri, in particolare il gruppo di giovani di Cagliari, che il Vescovo di Roma incoraggia a proseguire il cammino iniziato con la Cresima: un sacramento che “non è solo un punto di arrivo, non è il ‘Sacramento dell’addio’, come dicono alcuni, a anche e soprattutto un punto di partenza nella vita cristiana. Avanti – conclude – con la gioia del Vangelo!”.