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Terremoto, non sarà facile ricostruire i cuori

Persone PapaVigili2Pubblichiamo una risonanza per rivivere l’incontro con il Santo Padre

“Raffaele ha parlato delle “mani”: il primo abbraccio con le mani a sua moglie; poi quando prende i bambini per tirarli fuori dalla casa: le mani. Quelle mani che aiutano i famigliari a liberarsi dai calcinacci; quella mano che lascia il suo figlio in braccio, nelle mani di non so chi per andare ad aiutare un altro. “Poi c’era la mano di qualcuno che mi ha guidato”, ha detto. Le mani. Ricostruire, e per ricostruire ci vogliono il cuore e le mani, le nostre mani, le mani di tutti. Quelle mani con le quali noi diciamo che Dio, come un artigiano, ha fatto il mondo. Le mani che guariscono.”

Si tratta di un breve estratto della riflessione pronunciata da Papa Francesco, durante l’Udienza del 5 gennaio in Vaticano ha incontrato le popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre. Nonostante le previsioni meteorologiche avverse, le Marche hanno partecipato con numerosi pullman, anche la nostra diocesi con una nutrita delegazione di circa 250 persone. Infatti sono partiti 5 pullman dalla Riviera delle Palme per incontrare il Santo Padre.

Non sarà facile ricostruire i cuori, non basterà l’ottimismo a far dimenticare quei terribili ricordi di paura e disperazione. “Non c’è posto per l’ottimismo -afferma Papa Francesco- sì per la speranza, ma non per l’ottimismo. L’ottimismo è un atteggiamento che serve un po’ in un momento, ti porta avanti, ma non ha sostanza. Oggi serve la speranza, per ricostruire, e questo si fa con le mani…”

Anche il vescovo Carlo Bresciani presente all’udienza ha salutato a nome dell’intera comunità diocesana Papa Bergoglio. infatti, ci ha lasciato, attraverso un breve video, un suo personale pensiero sulla giornata romana.

In rappresentanza della città rivierasca la dott.ssa Antonella Baiocchi, assessore alle pari opportunità, alle politiche di integrazione e inclusione e politiche della pace del comune di San Benedetto del Tronto. “E’ stato un atto di grandissima vicinanza, l’accoglienza che il Santo Padre, ha riservato alle popolazioni e alle istituzioni dei territori colpiti dal sisma, è un atto di incredibile spessore spirituale -afferma l’Assessore Baiocchi- che ci aiuta a tenere alti lo spirito e il cuore, con cui affrontare quello che ci aspetta”.

La seconda ed ultima tappa del pellegrinaggio si è svolta a Greccio. Qui, dove San Francesco D’Assisi era solito ritirarsi in preghiera e meditazione, è stata celebrata una Santa Messa presieduta dal Vescovo Carlo. Dopo una breve visita all’interno del Santuario, nel luogo dove è stata celebrata, nella cavità di una grotta, la notte di Natale dell’anno 1223. Tutto ricorda l’umiltà dell’Incarnazione e della Natività di Gesù, che sembra quasi prendere forma plastica da tanti piccoli particolari. Francesco, nel salmo da lui composto per l’occasione, canta il “giorno che ha fatto il Signore, giorno di festa e di gioia”. Il Natale, come proclama questo salmo, è illuminato dalla luce della Pasqua: nel cuore della notte già risplende e dal freddo e dalla povertà già esplode il trionfo della vita.