CulturaCulturaGigliola Alfaro

L’Italia è uno scrigno di tesori. In ogni angolo del nostro Paese si può scoprire qualche bellezza del patrimonio artistico e culturale. Ma questa bellezza è accessibile a tutti? O ci sono dei problemi nella fruizione per chi, ad esempio, ha difficoltà motorie, uditive, visive?

Valorizzazione e fruizione del patrimonio sono le direttive che la Direzione generale Musei del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo sta seguendo nella realizzazione di interventi relativi all’accessibilità dei luoghi della cultura statali, come spiega la coordinatrice dei progetti speciali, Gabriella Cetorelli, funzionario responsabile della Direzione generale. “Stiamo lavorando a un sistema informativo che ci dica quali sono le reali condizioni di accessibilità dei luoghi della cultura – sottolinea Cetorelli -. Non è semplice e scontato dire se un luogo è ‘accessibile’ o meno.

L’accessibilità non può essere indicata a priori, è il visitatore che la valuta sulla base delle proprie esigenze”.

Infatti, per una persona che è, ad esempio, non udente, risulta accessibile un luogo che ha le scale, ma anche il percorso in Lis (lingua italiana dei segni, ndr). Stesso discorso per un cieco, se trova un percorso in braille o con l’esplorazione tattile dei manufatti. Ma per una persona su sedia a ruote, se non vi sono interventi per il superamento delle barriere architettoniche, il luogo non è fruibile. Insomma, la presenza di ascensori, rampe e montascale, non risolve completamente la fruizione ampliata dei siti.Un museo per essere accessibile dovrà predisporre elementi per il superamento delle barriere architettoniche, ma anche percorsi tattili, in braille, in Lis, segnaletica, didascalie e pannelli facilitati, itinerari opportunamente programmati, supporti multimediali e molto altro ancora”.

Ottanta musei pilota. Tutto questo richiede un ingente lavoro sui musei e sui luoghi culturali che non si realizza in termini approssimativi. Secondo il funzionario, è “necessario fornire delle informazioni reali, certe e verificate su quello che c’è e su quello che non c’è” per “mettere il visitatore al centro dell’attenzione”. A tale fine, si è proceduto alla realizzazione del

progetto “A.D. Arte”, “un sistema informativo per la qualità della fruizione dei beni culturali da parte di persone con esigenze specifiche”, curato dalla Direzione generale musei.

“Con questo sistema informativo – dice Cetorelli – abbiamo rilevato circa ottanta ‘musei pilota’. Abbiamo realizzato delle schede di accessibilità mettendo in evidenza la presenza di scale, ascensori, rampe, servoscala, didascalie con contrasti di luminanza, percorsi in braille, modelli per l’esplorazione tattile, caratteristiche dei percorsi espositivi, presenza di sussidi multimediali… Abbiamo indicato, per onestà intellettuale, cosa si troverà effettivamente sul posto e cosa ancora non c’è e inserito delle planimetrie parlanti per facilitare la lettura dei luoghi a chi entrerà nel sistema”. Il progetto sarà gradualmente esteso a tutti i 330 luoghi della cultura (musei, monumenti e aree archeologiche) che dipendono dalla Direzione generale Musei. Le schede di accessibilità dei primi ottanta luoghi della cultura saranno presto consultabili in italiano e in inglese sul sito web della Direzione generale: musei.beniculturali.it.

Tutela e fruizione. “Va poi rilevato – dichiara Cetorelli – che quando si parla di accessibilità bisogna coniugare principi che tra loro apparentemente confliggono:

la tutela, la fruizione e la valorizzazione dei luoghi del patrimonio.

Infatti, molti musei si trovano in edifici antichi, veri e propri tesori architettonici da salvaguardare, sui quali è necessario agire con la massima attenzione e competenza”. Per questo è stata avviata l’attività della Direzione generale Musei, operando su grandi complessi monumentali, per realizzare progetti pilota di accessibilità, fisica e sensoriale.“Si tratta di progetti ‘di eccellenza’, che presenteremo in una pubblicazione – afferma Gabriella Cetorelli – proprio per dare il senso di come si può progettare correttamente anche in situazioni di grande complessità architettonica, come quella dei siti monumentali, che vanno tutelati e salvaguardati come eredità culturale di tutti i cittadini, e sui quali non si può intervenire come per una normale costruzione civile”.

Progetti realizzati. Tra i più importanti progetti eseguiti per il superamento delle barriere architettoniche, c’è quello realizzato nel complesso monumentale delle Cappelle Medicee di Firenze. In particolare, è stato creato un ascensore che collega il piano d’ingresso della Cripta al primo piano dove si trovano le Cappelle dei Principi e la Sagrestia Nuova. È stata inoltre realizzata una pedana a scomparsa che permette di superare dei gradini ineliminabili. Va poi menzionato il percorso di accessibilità ampliata nell’area archeologica di Tarquinia, sito del patrimonio Unesco. Il progetto consente oggi a tutti di visitare con un itinerario facilitato la celebre Tomba della Pulcella, capolavoro etrusco del V sec. a.C. C’è poi il progetto che ha riguardato il Foro Romano e Palatino dove si è potuta realizzare una rampa di dolce pendenza di accesso all’area archeologica, permettendo ai visitatori di superare con facilità una ripida salita. “La memoria del bello” è invece un progetto, finanziato dalla Direzione generale in partenariato con la Soprintendenza alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, dedicato a persone con morbo di Alzheimer. Anche nell’area archeologica di Ostia Antica è stato finanziato, dalla Direzione generale, un itinerario di visita in grado di garantire a tutti una fruizione paritaria dell’area. È stata inoltre proposta, dalla Direzione generale, una consultazione pubblica online sul sito web istituzionale, dal titolo “Cultura senza ostacoli” per finanziare un luogo della cultura statale individuato tra le eccellenze italiane, volto alla realizzazione di un percorso di accessibilità fisica e/o sensoriale. È risultato vincitore il Museo archeologico nazionale di Cagliari che ha presentato il progetto “Museo liquido”.

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