di Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Lunedì sera, a Sant’Egidio alla Vibrata, presso l’Accademia Sviluppo Arte, si è svolta una conferenza dal titolo “La sfida dell’ideologia gender alla famiglia e la dittatura del pensiero unico” , tenuta dall’avvocato, nonché presidente dei Giuristi per la Vita e segretario nazionale del “Popolo della famiglia”, Gianfranco Amato in collaborazione con il cantautore Giuseppe Povia.

L’incontro, voluto e organizzato dalla neo sezione del Popolo della Famiglia – Teramo e in particolare dal suo presidente Patrizio Alessandrini, ha riscosso molta partecipazione e altrettanti consensi: una serata che si è rivelata informativa, formativa e per certi versi “illuminante”. Tanti i temi affrontati dall’avvocato Amato, esposti con chiarezza nonostante un ritmo incalzante sì ma sempre piacevole, grazie anche agli intermezzi musicali (e tematicamente affini) di Giuseppe Povia. Un binomio nuovo e forse inusuale quello tra l’avvocato e il cantautore ma che da subito è apparso ben saldo perché fondato sulla comune aderenza a certi valori dai quali, per entrambi, non si può prescindere.  “Noi non siamo dei complottari: è in atto una vera e propria rivoluzione antropologica!Ma la famiglia non si tocca, così come è intoccabile il diritto dei genitori di educare i propri figli!”: questa potrebbe essere una sintesi, seppur troppo riduttiva e per nulla esaustiva, del tema principale, argomentato poi con excursus spazio-temporali e con esempi e testimonianze recenti, tratte da vari ambiti. Il problema di fondo? Una dittatura del pensiero unico, celata grazie alle “armi di distrazione di massa” e che mira a creare una società “insonnolita” e manipolabile, a discapito della quale poter legiferare indisturbati, ignorando anche le evidenze del diritto naturale.

E  quindi … come fermare l’ingerenza della teoria del gender sui più giovani ? Come bloccare la manipolazione esasperata e senza freno di quello che è invece è competenza esclusiva della biologia? La soluzione prospettata sembra essere inconfutabile: scendere in campo e far sentire la propria voce, ora più che mai, anche e soprattutto in parlamento, “luogo nel quale ormai si decide come si nasce, come si vive e come si muore… E’ lì che si deve portare il controcanto”.

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