PapaLo studio deve servire “per il bene dell’umanità”. Così papa Francesco si è rivolto ieri mattina agli studenti internazionali, provenienti da 36 Paesi dei cinque Continenti, convenuti a Roma per il loro quarto Congresso mondiale organizzato dal Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti. Ricevendoli in udienza nella Sala Clementina, il Papa ha ricordato che “l’obiettivo da tenere sempre presente” è “costruire una società più sana”, ed “è importante che le nuove generazioni vadano in questa direzione, si sentano responsabili della realtà in cui vivono e artefici del futuro”. “Alla concezione moderna dell’intellettuale, impegnato nella realizzazione di se stesso e in cerca di riconoscimenti personali, spesso senza tener conto del prossimo, è necessario contrapporre – ha sottolineato Bergoglio – un modello più solidale, che si adoperi per il bene comune e per la pace. Solo così il mondo intellettuale diventa capace di costruire una società più sana”. Infatti, ha ricordato, “chi ha il dono di poter studiare ha anche una responsabilità di servizio per il bene dell’umanità. Il sapere è una via privilegiata per lo sviluppo integrale della società; e l’essere studenti in un Paese diverso dal proprio, in un altro orizzonte culturale, permette di apprendere nuove lingue, nuovi usi e costumi. Consente di guardare il mondo da un’altra prospettiva e di aprirsi senza paura all’altro e al diverso. Questo porta gli studenti, e chi li accoglie, a diventare più tolleranti e ospitali”. Bergoglio ha poi chiesto di perseguire “un’educazione che insegni a pensare criticamente e che offra un percorso di maturazione nei valori”, perché “in questo modo, si formano giovani assetati di verità e non di potere, pronti a difendere i valori e a vivere la misericordia e la carità, pilastri fondamentali per una società più sana”.

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