PapaDi Fernando Palestini

CHIESA – Quello che stiamo vivendo anche a livello planetario non è un bel periodo. Sono sempre di più le organizzazioni, i partiti politici, le singole persone che vedono nel “proprio stare bene” nell’individualismo (inteso anche come nazione, come piccolo gruppo privilegiato) la finalità di ogni agire politico. E gli altri? E quelli ai margini che fanno fatica, che non hanno voce, i poveri……chi li rappresenta? La politica sembra avere perso di vista il suo obiettivo fondamentale che è il “bene comune” e non il bene di una casta, di un gruppo, di una singola nazione.
Rifletto da un po’ di tempo su queste dinamiche ed in questa ultima settimana, al di là delle elezioni americane, dai giornali ho trovato alcuni spunti molto positivi. Il primo me lo ha dato il presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, Pepe’ Mujica che è in Italia per una serie di conferenze. Mujica rivolgendosi agli studenti che lo hanno incontrato a Roma ha più volte ribadito: “Non sprecate la vita nel consumismo, trovate il tempo di vivere per essere felici”. Pepe’, ottantuno anni, è diventato famoso in tutto il mondo perché da presidente rinunciò al 90% del suo stipendio e preferì continuare a risiedere nella piccola fattoria dove coltiva fiori piuttosto che nel palazzo presidenziale.

In Vaticano è stato ricevuto da Papa Francesco con il quale condivide gli sforzi diplomatici per la pace in Colombia e per il Venezuela.
L’altro spunto, ormai quasi quotidiano, è di papa Francesco che, in un intervista con Eugenio Scalfari, a proposito di quale fosse in questo momento la sua preoccupazione più grande ha risposto: “Quella dei profughi e degli immigrati. In piccola parte cristiani ma questo non cambia la situazione per quanto ci riguarda, la loro sofferenza e il loro disagio; le cause sono molte e noi facciamo il possibile per farle rimuovere. Purtroppo molte volte sono soltanto provvedimenti avversati dalle popolazioni che temono di vedersi sottrarre il lavoro e ridurre i salari. Il denaro è contro i poveri oltreché contro gli immigrati e i rifugiati, ma ci sono anche i poveri dei Paesi ricchi i quali temono l’accoglienza dei loro simili provenienti da Paesi poveri. E’ un circolo perverso e deve essere interrotto. Dobbiamo abbattere i muri che dividono: tentare di accrescere il benessere e renderlo più diffuso, ma per raggiungere questo risultato dobbiamo abbattere quei muri e costruire ponti che consentono di far diminuire le diseguaglianze e accrescono la libertà e i diritti. Maggiori diritti e maggiore libertà”.

Ed ancora “Quello che noi vogliamo è la lotta contro le diseguaglianze, questo è il male maggiore che esiste nel mondo. E’ il danaro che le crea ed è contro quei provvedimenti che tendono a livellare il benessere e favorire quindi l’eguaglianza” (concetti che il Papa ha più volte espresso a partire dal libro: “Questa economia uccide”). Sempre in questa intervista il Papa invita tutti, soprattutto i giovani ad impegnarsi in una “politica alta, creativa, le grandi visioni”. E tutto questo per papa Francesco è fatto per noi cristiani in nome di Gesù Cristo che è stato “il martire dei martiri e gettò all’umanità il seme della fede”.
Certo per le nostre comunità cristiane è un periodo complesso ma la fede in Gesù dovrebbe darci la forza di testimoniare l’amore, l’impegno per gli altri nostri fratelli e la condivisione fino in fondo.

Nell’intervista di Scalfari veniva riportata una frase di M.L. King molto significativa che per tutti gli uomini che vogliono gettare piccoli semi di amore in questo nostro mondo: “Quando ti elevi a livello dell’amore, della sua grande bellezza e potere, l’unica cosa che cerchi di sconfiggere sono i sistemi maligni. Le persone che sono intrappolate in quel sistema le ami, però cerchi di sconfiggere quel sistema: odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Se io ti colpisco e tu mi colpisci e io restituisco il colpo e tu mi restituisci il colpo, e così di seguito, è evidente che si continua all’infinito. Da qualche parte qualcuno deve avere un po’ di buonsenso e quella è la persona forte, capace di spezzare la catena dell’odio, la catena del male”.
Fernando Palestini

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