Firenze02DIOCESI – Un anno fa, ieri, aveva inizio a Firenze il convegno ecclesiale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo“.
Di questo periodo, innanzitutto, ricordo in diocesi i lunghi mesi di preparazione, gli incontri, le riflessioni, i dibattiti in vista di questo importante appuntamento.

Poi… il giorno della partenza. Il nostro gruppo, guidato dal Vescovo Carlo Bresciani e composto da 8 persone, tra i quali io in veste di giornalista e accompagnatore, partiva il 9 novembre 2015 da Grottammare in direzione Firenze insieme ad altri 2.200 delegati provenienti da tutta Italia.
Passati per l’Appennino, centro oggi ferito dal Terremoto, siamo giunti a Firenze dove siamo stati accolti da due gentili volontari della diocesi, Tania e Fabio.

Il nostro Vescovo, sempre puntuale, alle 14.30 era già sul pullman pronto per partire in direzione “Fortezza dal Basso“, il luogo designato per i 4 giorni di incontri e aveva messo in crisi la giovane volontaria che stava aspettando la delegazione, in ritardo, proveniente da Macerata, arrivata fortunatamente pochi minuti dopo.

Di quei giorni cosa ci si ricorda? Tu cosa ricordi?
Facendo un sondaggio tra i delegati diocesani, che sono stati protagonisti principali, la metà ha preferito non rispondere alla domanda.
Adamo Di Giacinti, presidente dell’Azione cattolica diocesana, ha detto: “A me rimane la sensazione che si è parlato poco di Firenze.
É passato il discorso della sinodalità, ma quella bella Chiesa, tanto sognata dal Papa, che abbiamo potuto toccare con mano, almeno attraverso le idee a Firenze, è poco presente nella realtà ed anzi in molti tendono a ostacolarne il cammino”.
Alessandro Vannicola, membro della Missio diocesana: “La risonanza di Firenze non è stata molta. Però credo che la fiamma prosegua ancora oggi e ciò lo dimostrano le tante persone che decidono di “abitare” (uno dei 5 verbi del convegno ecclesiale insieme a uscire, annunciare, educare, trasfigurare) dolori e speranze delle persone colpite dai recenti terremoti.”
Chiara Verdecchia, membro dell’equipe oratori afferma: “Occorrono tempi lunghi per grandi cambiamenti, perchè è più facile perdersi nel tanto fare che mettersi in gioco e confrontarsi con gli altri. Io Vedo che in diocesi si stia facendo abbastanza rispetto a quanto vissuto a Firenze e riportato.”

Parlando invece con le persone che non hanno vissuto da protagonisti il Convegno Ecclesiale, è emerso che nei loro ricordi è rimasto poco o niente.

Questo potrebbe gettare sconforto, ma non è proprio così perché nella vita, a volte, esistono esperienze che rimangono insite in te e che ti formano a prescindere da tutto.
Un esempio concreto: chi si ricorda cosa ha mangiato un anno fa il 10 novembre a colazione, a pranzo e cena?
Così, per la nostra anima, anche se non ci ricordiamo di cosa l’abbiamo nutrita, l’importante è averla sempre nutrita bene: anche quello contribuisce a farci essere gli uomini di oggi, ancora in cammino verso il paradiso.

Per rivivere insieme quei momenti, comunque, vi invito a sfogliare il giornalino preparato appositamente dai delegati della diocesi, clicca su Il libretto dei delegati diocesani a Firenze2015 Vescovo Bresciani: una “bella esperienza di Chiesa”

Ah, non vi ho detto che io non dovevo essere in albergo insieme alla delegazione ma in una casa al centro di Firenze, dove poi mi sono successe un po’ di cose.
Pensate che alla fine mi sono ritrovato in stanza con un delegato della diocesi, Sabatino, che mi ha accolto la sera.
E a me, di Firenze, cosa è rimasto?
Personalmente l’Amore, non verso Sabatino a cui voglio un gran bene, ma verso la volontaria della diocesi di Firenze, Tania, con cui poi mi sono fidanzato.
Ma questa è un’altra storia… la mia storia.

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