Il Vescovo Carlo con Letizia Ferracuti in occasione della Festa di S. Antonio Abate a MontelparoDIOCESI – Pubblichiamo le parole pronunciate dal Vescovo Carlo Bresciani in occasione della celebrazione di Tutti i Santi.

Vescovo Bresciani: “la Chiesa fa memoria di chi ha segnato la storia dell’umanità lasciando una traccia indelebile di un amore che, assumendo la forma di quello di Gesù, ha fatto brillare il suo volto di misericordia in un mondo segnato dal dramma del male e della mancanza di fraternità. Questi, infatti, sono in santi. Nella professione di fede del credo, noi confessiamo che crediamo la comunione dei santi: significa che fa parte della nostra fede la certezza di una comunione spirituale che va al di là della vita presente e della visibilità materiale e che in Gesù ci riunisce tutti in una comunione di fede e di solidarietà, comunione che passa attraverso la Chiesa e della quale facciamo tutti parte in virtù del Battesimo che Dio ci ha donato.                                                                                                                                                                                                                                   Questa comunione noi la ricordiamo in ogni celebrazione eucaristica, quando, nel canone, dopo la consacrazione, noi evochiamo e preghiamo in comunione con Maria, Giuseppe, i santi apostoli e tutti i santi e affermiamo che la nostra lode a Dio si unisce alla loro in un corale riconoscimento della grandezza di Dio e in una espressione di profonda gratitudine per il dono di Gesù. Sempre, quando preghiamo in comunione con la Chiesa, noi siamo in comunione anche con tutti i santi sia nella lode a Dio, sia nella intercessione reciproca. La Chiesa ci insegna a pregare insieme con i santi, a imparare da loro come lodare Dio non solo con la parola, ma con le scelte concrete di vita, lasciandoci guidare dagli insegnamenti di Gesù.

Questa comunione noi la ricordiamo anche con la dedicazione a un santo particolare delle chiese nelle quali ci troviamo a celebrare le lodi del Signore. Ogni chiesa è dedicata o a Maria o a un apostolo o a un santo particolare, il patrono appunto. Ovviamente la nostra comunione non è solo con quel santo particolare, anche se in lui riconosciamo un cammino di fede che può guidarci nel nostro personale cammino di vita cristiana in risposta a quella chiamata alla santità che Dio ci ha donato nel nostro battesimo.

Anche noi oggi vogliamo in modo particolare sentirci in questa comunione con tutti i santi che ci incoraggia e ci rinfranca: quanto bene ci hanno lasciato questi nostri fratelli maggiori e quanto bene, in Gesù, ci vogliono ancora! Si tratta di una vera comunione di fede e di amore: la loro è ormai una comunione piena in Gesù, la nostra è una comunione in cammino, ancora imperfetta a causa delle forze del male che ancora oscurano la nostra capacità di amare e ci legano troppo togliendocene la libertà. Per questo invochiamo la loro protezione e vogliamo imparare da loro come resistere alle tentazioni che sempre ci ammaliano.

Oggi, però, vogliamo in modo particolare lodare Dio per ciò che il suo amore ha operato in loro: infatti con Maria possono dire che Dio “ha operato in noi grandi cose”. Ma ciò che Dio ha operato in loro è a nostro beneficio: la storia di bene che loro, non senza tanti sacrifici e fatiche, hanno iniziato continua a riversare i suoi benefici anche su noi in quella comunione nel bene che spande scie di luce nella storia dell’umanità. Quanto ci sono di incoraggiamento queste scie di luce, soprattutto quando noi sentiamo la fatica del cammino!

Ma proprio per questo, mentre lodiamo e ringraziamo Dio perché ce li ha donati, non possiamo, in questa comunione di fede e di amore, non vivere un sentimento di profonda gratitudine nei loro confronti. Troppo spesso ricordiamo ciò che di male ha segnato la nostra vita e la nostra storia e troppo poco il bene che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere. Quando andavamo a scuola ci hanno fatto studiare una storia fatta di guerre, di domini e di regni: quasi sempre fatta di violenza e di soprusi, di intrighi e di conquiste; quasi mai la storia di chi, donando la propria vita per amore di Dio e del prossimo, ha inserito germi di bene e speranza di futuro in questo mondo. Verso queste persone noi abbiamo un debito di riconoscenza: questo debito la Chiesa lo ricorda in ogni celebrazione eucaristica (celebrazione di lode a Dio), quando in essa fa memoria di tutti i santi, confessando la comunione con loro.

Carissimi fedeli, viviamo in questa solennità intensamente questa comunione che ci consola e ci rinfranca; alziamo lo sguardo dalle nostre preoccupazioni quotidiane e sentiamoci circondati da un grande e sincero affetto spirituale di questi nostri fratelli maggiori. Troppo spesso abbiamo l’impressione di essere soli, ma in realtà non è così. Anche quando preghiamo da soli nella nostra casa o quando celebriamo l’eucaristia e purtroppo siamo in pochi, sentiamoci in comunione con tutti i santi che pregano con noi; sentiamo che la loro preghiera rafforza presso il Padre la nostra che è troppo debole; impariamo da loro a pregare e donare la nostra vita per amore di Dio e del prossimo e invochiamo la protezione dei nostri patroni perché ci accompagnino nel cammino della nostra vita verso la beata e santa comunione con loro. Essi, soprattutto in quest’anno giubilare della misericordia, continuano ad esercitare nei nostri confronti le opere di misericordia spirituale, che sono alla fine quelle più importanti.

La madre nostra Maria, madre di misericordia, donna della tenerezza che ci ha accolti come figli ai piedi della croce del suo figlio Gesù, ci presti la sua voce per presentare al Padre le necessità che noi per santo timore non osiamo esprimergli a causa della nostra povertà. E che tutto il coro dei santi si unisca a lei con unanime voce di lode per tutto il bene che Dio continua a donarci attraverso la Chiesa”.

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