“In nessun caso può essere accettato un contratto di maternità surrogata,  in nessun caso si può mascherare sotto forma di dono o di gratuità la nascita di un figlio frutto della relazione profonda con la madre che lo ha portato in grembo, in ogni caso strappare il figlio alla madre che lo ha partorito si configura come l’estrema e subdola violenza nei confronti delle donne e in particolare delle più povere”. Con queste parole il Cif (Centro italiano femminile) accoglie “con profonda soddisfazione” la bocciatura da parte del Consiglio d’Europa del Rapporto De Sutter, che intendeva far legalizzare nei 47 paesi dell’Ue l’inaccettabile pratica della maternità surrogata.
“La libertà, che noi donne nel corso della storia abbiamo rivendicato – si legge in una nota firmata dalla presidente del Cif, Maria Pia Campanile Savatteri -, non può espandersi a tutto il possibile perché trova limiti invalicabili di fronte alla tutela della dignità umana e dei diritti dei più deboli: si tratta di beni non disponibili e che, come tali, si sottraggono alle leggi del mercato e ai desideri individuali trasformati in diritti”. “Il nostro tempo, connotato dalla tecnoscienza e condizionato dal potere economico, rischia di operare scelte da cui sarà difficile tornare indietro: si tratta di aprire una breccia in una diga: chi potrà fermare l’oceano?”, si chiede l’associazione, che è stata tra le prime a denunciare la maternità surrogata come prativa lesiva della dignità del corpo della donna, ridotto a “puro contenitore”. “A maggior ragione spetta a noi donne, più vicine alle sorgenti della vita, richiamare la politica e le istituzioni a quell’etica della responsabilità che ci fa attente alle conseguenze sul futuro”, la conclusione della nota: “Il voto delle europarlamentari, trasversale ai partiti di appartenenza, ci dà la speranza che, attraverso il dialogo e un lavoro comune, è possibile operare mediazioni in difesa di quei principi profondamente radicati nella coscienza umana”.

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