Centinaia di bambini non accompagnati sono ancora in movimento attraverso l’Europa del Sud Est, nonostante la chiusura ufficiale delle frontiere, ma poco si sa sulla loro sorte: lo denuncia l’Unicef, ricordando che “troppo spesso, i bambini non accompagnati scivolano tra le ‘crepe’ del sistema di tutela dei minorenni- e passano inosservati, non vengono registrati e non sono seguiti. Considerato che lì il sistema non è adeguato, i minorenni non accompagnati decidono per conto loro di evitare ritardi procedurali o il fermo, cosa che li espone a gravi pericoli”. A dispetto della chiusura delle frontiere, delle politiche migratorie restrittive e degli accordi, i bambini non accompagnati continuano ad assumersi maggiori rischi per continuare il loro viaggio verso l’Europa occidentale. Ricorrendo ai trafficanti, alcuni continuano attraverso i Balcani occidentali, mentre altri scelgono percorsi irregolari alternativi. Dal momento della chiusura della rotta migratoria dei Balcani occidentali, il numero di bambini che arrivano in Bulgaria è aumentato di cinque volte, da 193 di marzo a 906 nel mese di agosto e circa il 50% di loro erano non accompagnati. La maggior parte sono stati trattenuti illegalmente, sia con gli adulti non loro parenti sia da soli e sono stati liberati solo al momento in cui hanno chiesto asilo. Inoltre, ai primi di settembre, due bambini sono morti e altri due sono scomparsi, quando la loro barca si è capovolta nel tentativo di attraversare il Danubio in Romania. Dal mese di giugno 2016 l’Unicef stima che 250 rifugiati e migranti sono continuati ad arrivare in Serbia ogni giorno e il 37% sono bambini. Nel mese di settembre, gli assistenti sociali hanno identificato e aiutato almeno 148 bambini non accompagnati e separati. Alla fine di settembre, fino al 60% dei bambini non accompagnati registrati in Grecia erano ancora in lista d’attesa per ottenere un alloggio. L’Unicef ricorda agli Stati “i loro obblighi di monitorare ciò che accade ai bambini non accompagnati e di assicurarsi che le politiche e le leggi nazionali garantiscano il loro superiore interesse”.

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