bob dylan

ZENIT

Il Nobel 2016 apre alla musica popolare e viene assegnato a Bob Dylan, il celeberrimo cantautore folk americano. Si tratta del primo cantante rock – dall’istituzione dell’onorificenza nel 1895 – insignito del prestigioso premio alla letteratura, che toccò prima di lui a tanti poeti e scrittori unici al mondo, quali: Carducci, a Grazia Deledda, Bernard Shaw, Herman Hesse, Pablo Neruda, Gabriel Garcia Marquez.

Una decisione, questa dell’Accademia di Svezia, che ha ricevuto l’acclamazione dei più, ma che ha fatto storcere il naso ai benpensanti, che tuttora ritengono la musica non sia letteratura. In realtà come i nostri padri ellenici non facevano differenza chiamando “lirica” sia la poesia che la musica, intendendo letteralmente “che si accompagna con la lira”.

E nel caso del vate di Duluth è la chitarra la sua lira, che da quasi 60 anni lo accompagna lealmente in testi storici come Blowin in the wind o The times they are a-Changin, che hanno dato voce alla protesta pacifista contro la guerra in Vietnam, e poi la più commerciale Like a Rolling Stones, successo ancora acclamatissimo. Un’anima folk, che lo porta a “una perenne tournée”, on the road, come la tradizione dei musicisti di strada, gli “hobo” americani, ai quali ha ammesso di ispirarsi e di esserne l’erede morale.

Gli anni ’80 sono gli anni della ‘svolta mistica’ di Dylan in contemporanea allo studio della Bibbia, che lo conduce a virare naturalmente il suo stile – dopo le varie rivoluzioni dal rock al folk – all’elettronica e al gospel, con i successi di musica cristiana con l’album Slow Train Coming e il singolo estratto Gotta Serve Somebody, col quale si aggiudicò il Grammy Award, fino al concerto per il Congresso Eucaristico del 1997, in onore di Papa Giovanni Paolo II. Trenta minuti memorabili, con la celebre Knockin’ on Heaven’s door in testa.

Dopo tanti altri riconoscimenti, da ultimo il Premio Pulitzer nel 2008, Bob Dylan ha ricevuto il più grande riconoscimento ieri, con il conferimento del Nobel alla letteratura per aver “creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana”. E che questo sia un nuovo inizio ed apra la strada a tanti altri talenti, che della musica hanno fatto la prima arte, per pregio e qualità del lavoro.

[R.R.]

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