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HAITI – È emergenza umanitaria ad Haiti, la più grave nel Paese dal terremoto del 2010. L’uragano Matthew, che lo scorso 4 ottobre si è abbattuto sull’isola con piogge torrenziali e raffiche di vento, ha devastato il Paese, causando ad oggi 840 morti, un numero che cresce di ora in ora.
“Le persone con disabilità durante le catastrofi naturali sono le più vulnerabili – ha detto Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia –. La loro prima difficoltà per loro è riuscire a mettersi in salvo. La distruzione da un giorno all’altro delle reti di sostegno, la perdita o la compromissione dei propri dispositivi di assistenza, così come le maggiori difficoltà nel reperire beni di prima necessità o nell’accedere agli aiuti rendono necessario un intervento più che mai tempestivo, affinchè nessuno sia lasciato indietro. La squadra di Cbm di Haiti sta già lavorando ad un piano di intervento nelle zone colpite”. Cbm supporta più di 20 tra progetti e partner ad Haiti. Tre di questi hanno basi nelle zone colpite, ma fortunatamente nessuno di essi si trova al momento coinvolto. Stefan Dofel, direttore dell’ufficio regionale di Cbm America Latina, conferma la gravità della situazione ad Haiti, soprattutto a Port-au-Prince, dove molti bambini con disabilità e le loro famiglie stanno cercando rifugio.
In queste ore l’Ufficio Paese di Cbm ad Haiti è in costante contatto con i partner sul campo, nonostante le comunicazioni siano difficoltose.
Tre scuole di CBM che accolgono bambini con disabilità sono state gravemente danneggiate: l’Arche Chantal, che accoglie 20 bambini con disabilità, la Simon School per bambini sordi e la Shaa School per studenti con disabilità visive. Gli studenti sono stati ricoverati in rifugi temporanei e necessitano di beni di prima necessità, come acqua, cibo e vestiti. Si stima che circa 100 persone con disabilità nella zona hanno bisogno di supporto immediato. Sin dalle prime ore dell’emergenza l’Unità di risposta alle emergenze di Cbm si è attivata per portare aiuto alle persone con disabilità. Il piano di aiuti prevede una prima fase di individuazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie per assicurarsi che vengano incluse e raggiunte dagli aiuti umanitari e possano accedere alla distribuzione di beni di prima necessità, come acqua, cibo e ripari. La seconda fase dell’intervento prevede un aiuto concreto per la ricostruzione delle abitazioni distrutte e il supporto alle attività di sostentamento attraverso la distribuzione di sementi per l’ agricoltura e di piccoli animali per l’allevamento. La terza fase prevede, una volta terminata la prima emergenza, l’implementazione in tutto il Paese di attività volte alla prevenzione del rischio.

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