ChiesaMONTEPRANDONE – Questo scorcio d’inizio autunno si sta caratterizzando nella nostra chiesa locale come un tempo di ricordi, commemorazioni e festeggiamenti. Abbiamo appena terminato il  trentesimo anniversario dell’unificazione della nostra diocesi che già si è affacciato all’orizzonte un anniversario “piccolo” ma che per noi della comunità Regina Pacis di Centobuchi è altrettanto grande: il venticinquesimo dell’istituzione della nostra parrocchia.

Che senso può avere commemorare il passato? Quale significato può avere per una comunità giovane e in continuo mutamento dove forse sono pochi quelli che hanno vissuto per intero questi primi venticinque anni di vita? Sono domande che insieme ci siamo posti per evitare di cadere in uno sterile e improduttivo ricordo dei “giorni felici”, dei “bei tempi” , sentimenti che sanno più nostalgia che di futuro!  Ricordare il passato per trovare nei sogni dei nostri padri la sfida per costruire il futuro: questa consapevolezza sta guidando i nostri giorni di memoria e d’impegno.  Non un semplice viaggio in questi venticinque anni, che pur bello è sempre un tempo andato, ma un viaggio nei sogni e nella ricerca fatta dai nostri padri nella comunità che hanno sognato insieme a don Federico suo primo parroco, un viaggio attraverso le “pietre vive” che oggi chiedono e interpellano ognuno di noi chiedendoci: “con quale verso, tu, continuerai questa storia”?

Un ricordo del passato tutto teso a pensare il futuro, una storia aperta che chiede a noi di ritrovare lo stesso entusiasmo, la stessa tenacia, la stessa essenzialità che hanno spinto i nostri padri alla crescita di questa comunità cristiana. “L’elogio degli uomini illustri” (Sir 44,1) che stiamo vivendo in questa settimana di festa è per ricevere da loro il testimone,  trovare e riscoprire che oggi, noi bambini di ieri diventati giovani, giovani di ieri diventati padri e padri di ieri diventati nonni, siamo chiamati a raccogliere la sfida di continuare a far crescere la parrocchia della Regina Pacis. Guardare il futuro come il tempo del Regno di Dio che siamo chiamati a far fermentare, raccogliere le domande che salgono dalle nostre case speriamo diventino conseguenze di questi giorni. Le nostre famiglie spesso sono segnate dalla paura e da rapporti difficili e tesi, dalla solitudine delle giovani coppie e dalla grande emergenza educativa che spesso spinge genitori ed educatori ad abdicare al difficile ma stupendo compito dell’educazione e del racconto della fede, queste domande insieme alla nuove e spesso nascoste povertà, bussano alle porte della nostra chiesa, chiedono a questa parrocchia risposte,  concretezza del vangelo insieme all’ accettazione di essere lo specchio dove questi nuovi “poveri” possano trovare il volto di Gesù che ha voluto questi anni insieme.

Questo venticinquesimo, vorremmo lasciasse ad ognuno di noi l’inquietudine di chi consapevole di quanto ricevuto, freme e morde il presente, desidera allungare la corsa della fede, della speranza e della carità, perché in questa sfida, l’essere vincenti non è mai delle voci soliste, ma dell’armonia di voci di un intero coro, di un unico popolo, “dei padri nostri nelle loro generazioni” (Sir 44,1).

Con queste poche parole vogliamo invitarvi a condividere un pezzo di strada con noi, a spronarci a cercare i “segni dei tempi”, ad abbandonare ogni “divano ecclesiale” che puzza di chiusura e solitudine, di autosufficienza e campanilismo, per trovare oggi, quello che lo Spirito ci vuol dire per costruire il domani.

Aiutateci a “sognare questa chiesa”!

I vostri fratelli della Comunità Regina Pacis

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