BelenDi Elisabetta Gramolino

Gabriele è giovane, ha i capelli lunghi e biondi. I lineamenti del viso sono gentili, il corpo è snello e affusolato. A prima vista, Gabriele sembra una ragazza, pure bella. Ė così che la pensano i suoi coetanei che lo deridono a scuola. Gabriele però non si sente fragile. Gli piace il ballo, la musica e le ragazze. L’aspetto fisico lo sfrutta per una singolare dote personale: sa imitare Belen Rodriguez, la popolare showgirl della televisione. Mentre fa quella imitazione si riprende: è bravissimo, ma qualcuno dei suoi compagni mette il video nel web e cominciano a tempestarlo di provocazioni. Gabriele è forte, non si fa demolire, e con grande maturità gira un secondo video. Nei panni di Belen, spiega come gli insulti non scalfiscano la sua dignità. Questa è la trama del cortometraggio, prodotto dalla Cinema Casting, scritto e diretto da Fausto Petronzio, già autore di altri corti su temi sociali. Il titolo è “Vorrei essere Belen” e sarà on line sul sito del ministero dell’Istruzione e dell’A.Ge., l’Associazione italiana genitori, dal 30 settembre. Proprio l’Associazione ha scelto di patrocinare il corto, insieme al Dipartimento di Neuroscienze della “Sapienza”, il Servizio per la prevenzione al suicidio e il FoNaGS, il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola. “Con questo cortometraggio – afferma Fabrizio Azzolini, presidente dell’A.G.e – adempiamo a tutti gli effetti alla mission che si è data l’Associazione perché mira a creare quella comunicazione fra genitori, scuola e figli per opporsi a un problema attraverso un linguaggio semplice e immediato”. E aggiunge:“Siamo abituati a ritenere la scuola come un luogo sicuro. Tuttavia anche in un luogo sicuro possono trovarsi degli ostacoli che vanno assolutamente affrontati per essere superati. Il bullismo è infatti una sfida che si può vincere se si coinvolgono in primo luogo i genitori, oggi molto spesso a disagio nel parlare con i propri figli”.Il video è stato girato a Latina in una scuola superiore come ce ne sono tante in Italia. Dalle prime scene riconosciamo una straordinaria Fioretta Mari, bravissima attrice ed ex insegnante di dizione dello show “Amici”, nella parte della bidella esuberante e protettiva con quel ragazzo così particolare, interpretato dallo stesso Gabriele Corazza. Gli altri componenti del cast sono giovani non professionisti, calati nella realtà del branco armato di smartphone. C’è anche un secondo cameo, quello del cabarettista e attore Antonio Fiorillo che strappa un sorriso amaro nei panni del professore deriso dagli studenti. “’Vorrei essere Belen’ era qualcosa che avevo dentro, che volevo girare a tutti i costi – spiega il regista, Fausto Petronzio -. Ho preso spunto da tre vicende realmente accadute: quella di Andrea Spezzacatena, il ‘ragazzo dai pantaloni rosa’ che si è tolto la vita nel 2012, quella di Carolina Picchio, quattordicenne morta anche lei suicida l’anno dopo perché non reggeva più alle beffe per un filmato che girava in rete, e infine quella di Gabriele che ho conosciuto sul palco del teatro Parioli, alle selezioni di ‘Act Italy’”. “Ho voluto approfondire la sua storia – racconta Petronzio -. Ho scoperto il suo video su facebook in cui a 12 anni spiegava con una semplicità disarmante di non prendere in giro la sua normalità discriminata”. Ora “Vorrei essere Belen” è pronto per girare nelle scuole. Il suo messaggio positivo si scontrerà con una realtà crudele che interessa in Italia una fetta importante degli adolescenti.Oltre il 50% della fascia dei giovani dagli 11 ai 17 anni, secondo l’Istat, infatti, riporta di aver subito un episodio offensivo o violento da parte di altri ragazzi o ragazze durante l’anno. Vittime predilette dei “cyberbulli” sono soprattutto le ragazze (7,1% contro il 4,6% dei maschi).Sono loro che devono prendere spunto dalla storia di Gabriele per non arrendersi.

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