Zenit di E. Mecnamara

Nella sua rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde a due domande da parte di un lettore da Malta.

È corretto che gli avvisi alla comunità, come le date degli incontri dei giovani, dei corsi prematrimoniali, degli incontri di preghiera, vengano letti subito dopo la Comunione? O andrebbero letti dopo la fine della Messa, cioè al di fuori della liturgia?

Ed è corretto che la musica d’organo continui a suonare in sottofondo mentre il sacerdote purifica il calice dopo la Comunione e il tabernacolo sull’altare principale è ancora aperto? L.B., Rabat, Malta

In risposta alla prima domanda si può dire che il momento più adatto per tali annunci è dopo la preghiera di chiusura ma prima della benedizione finale. Se necessario, si possono istruire i fedeli a rimanere seduti. Ecco cosa dice l’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) circa i riti conclusivi:

“90. I riti di conclusione comprendono:

a) brevi avvisi, se necessari;

b) il saluto e la benedizione del sacerdote, che in alcuni giorni e in certe circostanze si può arricchire e sviluppare con l’orazione sul popolo o con un’altra formula più solenne;

c) il congedo del popolo da parte del diacono o del sacerdote, perché ognuno ritorni alle sue opere di bene lodando e benedicendo Dio;

d) il bacio dell’altare da parte del sacerdote e del diacono e poi l’inchino profondo all’altare da parte del sacerdote, del diacono e degli altri ministri.

“166. Detta l’orazione dopo la Comunione, si possono dare, se occorre, brevi comunicazioni al popolo.

“184. Detta l’orazione dopo la Comunione, il diacono dà al popolo brevi comunicazioni, a meno che il sacerdote preferisca darle personalmente”.

Queste norme sembrano indicare che è il sacerdote o diacono a fare questi annunci. È una pratica alquanto diffusa, tuttavia, che almeno in alcune occasioni sia un laico a fare certi specifici annunci come, ad esempio, un membro del gruppo giovanile parrocchiale, o di altre associazioni laiche che fa un invito a partecipare alle attività.

Le indicazioni pongono l’accento sul fatto che gli annunci devono essere brevi. Solo in casi davvero eccezionali si può adoperare questo tempo nelle messe normali per interventi più lunghi. In occasioni speciali come le ordinazioni questo spazio può essere usato per un breve discorso di ringraziamento. Durante i funerali a questo punto può invece essere pronunciato un elogio, nonostante le norme ed usanze varino da un Paese all’altro.

Riguardo la musica dopo la Comunione, l’OGMR dice quanto segue:

“88. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote e i fedeli, secondo l’opportunità, pregano per un po’ di tempo in silenzio. Tutta l’assemblea può anche cantare un salmo, un altro cantico di lode o un inno.”

“163. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote all’altare consuma subito e totalmente il vino consacrato rimasto; invece le ostie consacrate, che sono avanzate, o le consuma all’altare o le porta al luogo destinato alla conservazione dell’Eucaristia. Il sacerdote, ritornato all’altare, raccoglie i frammenti, se ce ne fossero; poi, stando all’altare o alla credenza, purifica la patena o la pisside sopra il calice, purifica poi il calice dicendo sottovoce: Il sacramento ricevuto, e lo asterge con il purificatoio. Se i vasi sacri sono stati astersi all’altare, il ministro li porta alla credenza. I vasi sacri da purificare, soprattutto se fossero molti, si possono anche lasciare, opportunamente ricoperti, sull’altare o alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compie subito dopo la Messa, una volta congedato il popolo”.

“164. Compiuta la purificazione, il sacerdote può ritornare alla sede. Si può osservare, per un tempo conveniente, il sacro silenzio, oppure cantare un salmo, un altro canto di lode o un inno (Cf. n. 88)”.

“313. L’organo e gli altri strumenti musicali legittimamente ammessi siano collocati in luogo adatto, in modo da poter essere di appoggio sia alla schola sia al popolo che canta e, se vengono suonati da soli, possano essere facilmente ascoltati da tutti. È conveniente che l’organo venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano.

“In tempo d’Avvento l’organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore.

“In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste”.

Di conseguenza, possiamo distinguere due momenti, ossia il sacerdote durante la purificazione e il sacerdote che ritorna alla sua sedia. Vi sono anche due canti differenti. Il canto durante la distribuzione della Comunione e un inno o salmo opzionale da cantarsi durante il ringraziamento, a meno che non vada osservato il silenzio.

Direi tuttavia che, eccetto durante la Quaresima, l’organo può continuare a suonare alcune frasi finali del canto di Comunione durante la purificazione. Molti dei fedeli hanno già terminato di cantare e hanno iniziato il loro personale ringraziamento, e talvolta il coro riceve la Comunione dopo i fedeli, proprio in questo momento.

Tuttavia, mentre solitamente si preferisce osservare il silenzio, le norme sopracitate sembrano indicare che qualora venga scelto un salmo o inno meditativo, questo andrebbe intonato da tutti, e non semplicemente un brano all’organo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

 

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1 commento

  • Giuseppe Ghini
    05/11/2018 alle 08:00

    Mi pare che quanto riportato da p. McNamara vada completato con Istruzione Redemptionis sacramentum. "[74.] Se vi fosse l’esigenza di fornire informazioni o testimonianze di vita cristiana ai fedeli radunati in Chiesa, è generalmente preferibile che ciò avvenga al di fuori della Messa. Tuttavia, per una grave causa, si possono offrire tali informazioni o testimonianze quando il Sacerdote abbia pronunciato la preghiera dopo la Comunione. Questo uso, tuttavia, non diventi consueto. Tali informazioni e testimonianze, inoltre, non abbiano un senso tale da poter essere confuse con l’omelia, né si può a causa loro totalmente sopprimere l’omelia stessa." Così si capisce cosa vuol dire "90. I riti di conclusione comprendono: a) brevi avvisi, se necessari". Ci deve essere una grave causa che rende necessaria la comunicazione di questi avvisi e non deve diventare consuetudine. La divina liturgia è una cosa, gli avvisi sono un'altra.

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