Parolin“Quarantotto milioni di bambini sono costretti a lasciare le loro case, e migliaia di bambini migranti non accompagnati sono dispersi e divengono preda di abusanti e sfruttatori”. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha scelto l’Onu per lanciare il grido d’allarme. Intervenendo al summit a New York sulla questione dei migranti e dei rifugiati, il porporato ha ribadito che “tutti gli individui hanno il diritto di rimanere in pace e sicurezza nella loro terra e nei loro Paesi d’origine”. Invece, ci sono milioni di persone che “rischiano tutto, vivono in misere condizioni” e migliaia che “hanno perso la vita mentre cercavano di scappare dai conflitti, dalla violenza, dalla povertà estrema, dall’esclusione sociale, dalle persecuzioni e da varie forme di discriminazione”.  Di qui l’appello “urgente” della Santa Sede a favore di “sforzi politici e multilaterali per sradicare le cause profonde dei vasti movimenti e dello spostamento forzato delle popolazioni”: “conflitti e violenza, innumerevoli violazioni dei diritti umani, degrado ambientale, estrema povertà, commercio e traffico di armi, corruzione ed oscuri piani commerciali e finanziari”. Nello stesso tempo, ha detto Parolin, “è necessario assicurare che i fondi allo sviluppo siano assegnati equamente e con trasparenza, consegnati ed usati appropriatamente”. No, quindi, alla “globalizzazione dell’indifferenza” denunciata dal Papa, sì invece al “rinnovato impegno per proteggere ogni persona dalla violenza e dalla discriminazione, per garantire una qualità di assistenza sanitaria appropriata e per proteggere coloro che sono più vulnerabili, particolarmente le donne e i bambini”.

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