Europa(Bruxelles) “Si stima che nell’Ue ci siano 750mila sordi che usano la lingua dei segni. In media, gli utenti sordi nella lingua dei segni rappresentano circa lo 0,1% dell’intera popolazione in un dato Paese. Questo non include le persone che imparano la lingua dei segni come seconda lingua o i figli di genitori sordi”. In vista della Giornata europea delle lingue, che si celebra il 26 settembre, è stato predisposto da Ue e Consiglio d’Europa, un apposito sito, che introduce alla conoscenza della molteplicità degli idiomi parlati e scritti nel vecchio continente. Una sezione apposita è dedicata al “linguaggio dei segni”, pienamente inserito tra le lingue utilizzate in Europa. Vi si scopre, ad esempio, che gli utilizzatori di tale modalità espressiva in Finlandia sono 5mila, in Francia 100mila. Nel sito http://edl.ecml.at/ – tradotto in 34 idiomi – si legge ancora che non tutti gli utenti della lingua dei segni sono persone non udenti. “Figli di persone sorde spesso imparano a parlare con la lingua dei segni; utilizzata dai loro genitori, sarà la loro prima lingua. Inoltre, genitori e fratelli dei bambini sordi imparano la lingua dei segni per facilitare la comunicazione”. C’è una lingua dei segni universale? “No, non c’è. Ci sono molte varietà – è la spiegazione – e in realtà ci può essere più di una lingua dei segni in un Paese, così come per le lingue orali. Per esempio, ci sono due lingue dei segni in Belgio (francese e fiamminga) o in Spagna (lingua dei segni spagnola e catalana)”.

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