AngelusZenit

Onestà e disonestà, fedeltà e infedeltà, egoismo e altruismo, bene e male. La vita offre sempre due percorsi e implica una scelta netta, perché – come afferma Papa Francesco nell’Angelus  – “non si può oscillare tra l’una e l’altra, si muovono su logiche diverse e contrastanti” e, come diceva il profeta Elia, si rischia di “zoppicare con entrambi i piedi”. “Lo spirito del mondo non è lo spirito di Gesù”, chiarisce subito il Santo Padre.

“Gesù – afferma – oggi ci esorta a fare una scelta chiara tra Lui e lo spirito del mondo, tra la logica della corruzione e dell’avidità e quella della rettitudine e della condivisione. Qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole”. Invece “anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza”. E “quante vittime ci sono oggi nel mondo, quante vittime di questa diffusa corruzione…”, osserva.
Quando invece “cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità”, allora “diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità. Nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, serviamo il padrone giusto: Dio”, spiega il Pontefice.

Spunto per la sua catechesi è il Vangelo di oggi, che già aveva commentato durante la Messa per il 200° anniversario del Corpo della Gendarmeria vaticana. In esso, Cristo “porta a riflettere su due stili di vita contrapposti: quello mondano e quello del Vangelo”; lo fa mediante il racconto della parabola dell’amministratore infedele e corrotto, che viene lodato nonostante la sua disonestà.

Francesco, tuttavia, precisa subito: “Questo amministratore non viene presentato come modello da seguire, ma come esempio di scaltrezza”. Egli, “è accusato di cattiva gestione degli affari del suo padrone e, prima di essere allontanato, cerca astutamente di accattivarsi la benevolenza dei debitori, condonando loro parte del debito per assicurarsi un futuro”. Commentando questo comportamento, Gesù osserva: “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.

“A tale astuzia mondana noi siamo chiamati a rispondere con l’astuzia cristiana, che è dono dello Spirito Santo”, fa eco il Papa. “Si tratta di allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo. La mondanità – insiste Bergoglio – si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, e costituisce la strada più sbagliata, la strada del peccato, perché uno porta l’altro, è come una catena, anche se è quella più comoda da percorrere”.

Invece “lo spirito del Vangelo richiede uno stile di vita serio, ma gioioso, pieno di gioia. Seria e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere”. “Questa è l’astuzia cristiana!”. Non c’è un’altra strada! La scelta è perciò necessaria, perché, come si legge a conclusione del brano evangelico: “Nessun servo può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”.

È fondamentale, perciò, conclude il Vescovo di Roma, che il cristiano decida “quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito”. Il Papa invoca quindi la Vergine Maria affinché “ci aiuti a scegliere in ogni occasione e ad ogni costo la strada giusta, trovando anche il coraggio di andare controcorrente, pur di seguire Gesù e il suo Vangelo”.

Dopo la preghiera mariana, al momento dei saluti, Francesco ricorda che si conclude a Genova il Congresso Eucaristico Nazionale. Salutando tutti i fedeli che vi hanno preso parte, auspica che “questo evento di grazia ravvivi nel popolo italiano la fede nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia, nel quale adoriamo Cristo sorgente di vita e di speranza per ogni uomo”. Poi rammenta la beatificazione a Codrongianos (Sassari) di Elisabetta Sanna, madre di famiglia, vedova, che “si dedicò totalmente alla preghiera e al servizio degli ammalati e dei poveri. La sua testimonianza è modello di carità evangelica animata dalla fede”.

Infine, Francesco chiede ai fedeli presenti in piazza San Pietro di pregare per la sua visita ad Assisi di martedì prossimo in occasione dell’incontro interreligioso, a 30 anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II. “Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace”, esorta. E a braccio aggiunge: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace in questa guerra dappertutto nel mondo! Preghiamo per la pace. Sull’esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli”. Così martedì tutti uniti in preghiera, ognuno prenda un tempo che può, ma tutti a pregare per la pace. Tutto il mondo unito!”.

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