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Jutténizie, i voti ai piatti di un gruppo di giovani partecipanti

GROTTAMMARE – Cala il sipario sulla quarta edizione di Jutténizie, che per tre domeniche consecutive ha animato i suggestivi vicoli e strade del vecchio incasato della Città che diede i natali a Papa Sisto V e allo scultore Pericle Fazzini. Un luogo unico e incantevole, non è un caso che il borgo di Grottammare rientri tra i cento più belli d’Italia. Infatti, l’obiettivo principale della manifestazione è quello di promuovere e valorizzare il territorio. 

La quarta attesissima edizione è stata inaugurata domenica 28 agosto con un notevole successo, per proseguire il 4 settembre e concludersi domenica 11. Confermato il programma dello scorso anno. Dalle 18 alle 24 è stato possibile degustare piatti e vini proposti dai sette ristoranti in un percorso enogastronomico partito da Papa Sisto per concludersi a Frangipane. Ad allietare i partecipanti anche spettacoli di musica, danza e poesia con il magnifico “Dante Alighieri” interpretato egregiamente da Vincenzo Massacci.

Quest’anno, da semplici partecipanti, abbiamo deciso di prender parte alla manifestazione enogastronomica, esprimendo il nostro parere sulle pietanze.
Con l’ausilio di tre giurate d’eccezione (Floriana, laureanda in Architettura; Veronica, dott.ssa in Matematica; Rita, studentessa di Medicina.) abbiamo iniziato la degustazione.

Prima tappa, “L’ascesa” al Ristorante Papa Sisto. La vista mozzafiato ripaga ampiamente la fatica delle scale. Si comincia bene, accolti da gradevole bianco della cantina “Santori“, assaggiamo una ricottina al forno con petali di pomodoro canditi e guanciale croccante, impreziosita da una glassa al basilico. Apprezzabile il contrasto dei sapori che genera un buon equilibrio al palato. Voto:32/40.

Seconda tappa, “L’enigma” della Salsamenteria. Cortile pieno di degustatori, poche possibilità di marngiar seduti. Entriamo, ritiriamo il Pastra acciuga e ci dirigiamo verso i vini. Il vino è buono, è una certezza, una garanzia, è un “Simone Capecci”. Ad attenderci un signore, forse il titolare, forse un mago. Ci chiede quanti siamo, noi rispondiamo e lui, in un cortile affollatissimo, ci trova un tavolo e ci fa accomodare, magia! Si procede con la seconda degustazione, è una sorta di tartare di carne, ricca di sapori, di spezie, ci piace. Voto: 30/40.

Terza tappa, “La casa del formaggio” di Fleurie. Incantevole piazza Peretti, c’è tanta gente che si diverte. C’è pure Dante che narra la sua Divina Commedia, spettacolo puro. Anche quest’anno si punta sui latticini, ma non si tratta dei soliti formaggi. Contrasti di colori e sapori. Poi c’è Fiorano, il vino biologico, rosso rubino, provare per credere. Voto: 26,75/40.

Quarta tappa, “Il tiepido che riscalda il palato” dell’Osteria dell’Arancio. La location resta la stessa ma cambia il resto. Tagliatellina “Zelo”, sevita tiepida, aromatizzata con anice verde salsiccia, che bontà! Il vino è rosso, è ribelle e maestoso, pieno, spigoloso, un intreccio di difficile lettura che ricorda un sottobosco in cui si percepiscono sfumature umide, di mora. E’ un corposo rosso, forse un Montepulciano, di “Tenuta La Riserva”. Voto: 31,75/40.

Quinta tappa,“La pappardella che non ti aspetti” di M481. Pappardelle maltrattate “La pasta di Aldo” al sugo di fagiolini e menta?! Perché? Le pappardelle sono sacre, nonna le condisce con il sugo di papera ed altri condimenti non esistono…forse. Le assaggiamo, accomodati su un tavolo firmato Colella, che onore. La vista del terrazzo è indescrivibile, proprio come la pappardella, una vera e propria rivelazione. Il vino di “Podere Santa lucia” è una piacevole conferma. Voto 30,5/40.

Sesta tappa, “Sempre sul pezzo” il secondo di Borgo Antico. Che sia un primo, che sia un secondo, Borgo Antico sta sempre sul pezzo. Non delude nemmeno quest’anno con una super macedonia di fichi e uva caramellata, insalata, barbabietola rossa, semi vari, con porcellino arrosto adagiato su un letto di pane fritto. Che juttènizie! Il vino della “Cantina Miglianico” pare asciutto ed armonico, la tannicità non è mai troppo marcata, senza per questo risultare debole di corpo. Molto buono. Voto: 33/40

Settima tappa, “La rugiada di San Giovanni” il dolce di Frangipane ed Ele Wedding. Anche se la notte di S. Giovanni è il 24 giugno dunque rientra nelle celebrazioni solstiziali, la rugiada di San Giovanni, ovviamente legata all’elemento acqua, ha il potere di curare, di purificare e di fecondare. Forse la Rugiada di Frangipane non sortirà lo stesso effetto, è certo che può esser gustata da tutti, nessuno escluso, vegani, vegetariani, intolleranti ecc. Delicata e aulente al palato, viene decorata con petali di fiori colorati. Accompagnata con gustosi  confetti offerti da Ele Wedding ed un calice di un vino dolce delle Cantine Capecci. Voto: 27/40.

Si è trattato di una cena itinerante che ha saputo soddisfare ogni amante della gourmandise passando dal Pastra Acciughe alle pappardelle maltrattate al sugo di fagiolini e menta per concludersi con la Rugiada di Frangipane e le dolcezze di Ele wedding. Anche la selezione enologica non ha lasciato nulla al caso:Montepulciano e Rosso piceno sono solo alcuni dei vini degustati.

Aspettando #juttènizie2017 non ci resta che complimentarci con tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo grande successo.