OrologioDi Daniele Rocchi

DIOCESI Domenica 18 settembre la Chiesa italiana si raccoglierà in preghiera per tutte le vittime del sisma del 24 agosto e, per esprimere concreta e “fraterna vicinanza alle popolazioni coinvolte in questo drammatico evento”, ha indetto una colletta nazionale.

Dopo aver disposto l’immediato stanziamento di 1 milione di euro dai fondi dell’otto per mille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali delle popolazioni colpite, la Cei, con la colletta di domenica prossima, esorta le diocesi, la rete delle parrocchie, degli istituti religiosi e delle aggregazioni laicali ad alleviare le difficili condizioni in cui le persone terremotate sono costrette a vivere. Iniziativa ancora più significativa se si considera che essa si tiene in concomitanza con il 26° Congresso eucaristico nazionale, e dunque, come si legge in una nota della Presidenza Cei, “frutto della carità che da esso deriva e di partecipazione di tutti ai bisogni concreti delle popolazioni colpite”.

“Quella a favore dei nostri fratelli e delle nostre sorelle colpite dal sisma è una scelta all’insegna della carità e della missionarietà, che sono le due conseguenze fondamentali dell’esperienza liturgica.

Nell’Eucaristia il corpo e il sangue di Cristo donati per noi ci spingono a stare vicini a coloro che si trovano nel bisogno e ad annunciare la grazia del Vangelo e il suo messaggio liberante, di speranza”, ha spiegato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco.

La mobilitazione popolare a favore delle popolazioni del Centro Italia vittime del sisma ha mostrato – e continua ancora a mostrare – il volto più bello dell’Italia. Generoso, solidale e organizzato come testimonia il lavoro sul terreno portato avanti dalle centinaia di volontari. Tra questi anche la Caritas Italiana che, per bocca del suo direttore, don Francesco Soddu, guarda al prossimo futuro, al post-sisma. Quando, forse, molti riflettori mediatici si saranno spenti.

La priorità è “restare in costante ascolto dei bisogni che man mano emergono per poter concordare interventi mirati, nella consapevolezza di un contesto in continuo mutamento”.

La colletta di domenica 18 vuole dare ulteriore concretezza a queste parole, farle diventare un programma di rinascita comunitaria. Ed è bello sapere che in questo cammino la Chiesa italiana non sarà sola. Con lei ci saranno anche le Chiese e le Caritas di Serbia e Bosnia Erzegovina hanno aderito alla colletta. Un gesto, hanno detto i direttori delle due Caritas, padre Vladislav Varga (Serbia) e monsignor Tomo Knezevic (Bosnia Erzegovina), per “esprimere la nostra solidarietà alla Chiesa in Italia e per ringraziare dei numerosi progetti e programmi italiani che ci hanno aiutato”. È la generosità che si moltiplica, che diventa più ricca, non solo materialmente, e che ci fa dire con ancora più convinzione:

domenica 18 settembre non lasciamo sole le popolazioni terremotate. Non fermiamo il tempo alle 3.36 del 24 agosto.

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