Discernimento e carità pastorale sono le due prerogative che Papa Francesco raccomanda ai sacerdoti e alle comunità di fedeli nella lettera inviata ai vescovi argentini della regione di Buenos Aires, in risposta al documento degli stessi presuli sull’integrazione dei divorziati e risposati, secondo le indicazioni contenute nell’Esortazione post sinodale Amoris laetitia.
Apprezzamento del Papa per il testo elaborato dai presuli argentini, che bene esprime nella sua pienezza – scrive, come sintetizza Radio Vaticana – il senso inteso nell’Amoris laetitia, riguardo il cammino di integrazione dei fedeli divorziati e risposati. “Un vero esempio di accompagnamento ai sacerdoti”, osserva Francesco, sottolineando come sia la carità pastorale che spinge “a uscire per incontrare i lontani” e “iniziare un cammino di accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione nella comunità ecclesiale”. Cammino che non sempre termina nei sacramenti – chiarisce il documento dei vescovi argentini – ma può portare a forme di maggiore integrazione nella vita della Chiesa, di presenza nella comunità, di partecipazione a gruppi di preghiera o riflessione o d’impegno nei servizi ecclesiali. Nell’itinerario si può proporre l’impegno di vivere in continenza, ma se questa opzione non fosse praticabile e si riconoscano limiti di responsabilità e colpevolezza e possibili danni ai figli della nuova unione, si può ugualmente aprire ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia.
Dunque non “un accesso illimitato ai sacramenti”, “come se qualsiasi situazione lo giustificasse”, ma “un discernimento” da parte dei sacerdoti che “distingua adeguatamente ogni caso”, con particolare attenzione ad alcune situazioni come nuove unioni che arrivano da recenti divorzi o chi più volte è venuto meno agli impegni familiari o chi fa apologia o ostenta la propria condizione, “come se fosse parte dell’ideale cristiano”. In ogni caso, indica il documento, quando ci sono “ingiustizie non risolte, l’accesso ai sacramenti è particolarmente scandaloso”. In talune circostanze i vescovi argentini suggeriscono un accesso “in maniera riservata”, quando si prevedano situazioni di conflitto, mai tralasciando di accompagnare la comunità, perché “cresca in uno spirito di comprensione e di accoglienza, senza che ciò implichi creare confusioni nell’insegnamento della Chiesa riguardo il matrimonio indissolubile”. I vescovi ricordano che “il discernimento non si chiude” ma è “dinamico”, “sempre aperto a nuove tappe di crescita”.

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