Persone“La grande fuga dalla povertà c’è stata, ma non per tutti: che cosa ne è di quelli che sono rimasti indietro?”. Secondo Giuliano Amato, già presidente del Consiglio dei ministri e presidente della Fondazione “Cortile dei Gentili”, è questa la domanda più urgente da porsi parlando di economia e di sviluppo sostenibile.
Presentando ieri in Sala stampa vaticana il convegno “Verso un’economia più umana e più giusta”, in programma il 21 settembre all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, Amato ha citato Angus Deaton, premio Nobel per l’Economia 2015, tra i relatori del convegno insieme ad altri due economisti di fama: Jean-Paul Fitoussi e Yvan der Mensbrugghe. Citando uno dei libri più famosi di Deaton, “La grande fuga” – il cui titolo è preso da un film che narra della fuga, per alcuni riuscita e per altri no, di alcuni prigionieri americani dei nazisti – Amato ha affermato che solo rispondendo alla domanda citata “l’economia può tornare ad essere fonte di progresso per tanti, e non soltanto per pochi”. Si tratta di un tema “cruciale e coinvolgente”, ha commentato Amato, ricordando che “dobbiamo alla grande intuizione di Benedetto XVI la presa di coscienza che lo sviluppo è sostenibile solo se non lascia indietro nessuno”.

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