Foto Palio: Dario De Santis

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Una settimana di festa, quella appena trascorsa, a Sant’Egidio alla Vibrata. Infatti, in occasione della festa del 1° settembre in onore di Sant’Egidio Abate, la parrocchia di Sant’Egidio alla Vibrata ha organizzato una serie di momenti nei quali potersi stringere e sentire più da vicino lo spirito di comunità cristiana.

Nei giorni precedenti alla ricorrenza del Santo Patrono, infatti, il paese ha visto avvicendarsi una serie di iniziative, tra cui il Palio dei Giochi, dedicato a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, che ha riscosso un enorme successo. Circa un centinaio i partecipanti, tutti carichi ed entusiasti, seguiti da molti animatori guidati da Don Mariano in primis e da Don Luigino, parroco di Sant’Egidio alla Vibrata. Il Palio ha tenuto impegnati i ragazzi per ben tre pomeriggi nel campetto che costeggia la chiesa nuova tra giochi e merende, fino al momento dell’arrivo del vescovo Carlo Bresciani, giunto mercoledì 31 agosto per celebrare la Santa Messa al termine della quale ha consegnato ai giovani dei bulbi di fiore, simboli di nuovi auspicabili “semi” cristiani.

Il giorno seguente, giovedì 1° settembre, oltre alla tradizionale fiera del paese, con stand e bancarelle di ogni genere, la Santa Messa delle 18.30 alla presenza di tutti i sacerdoti della Vicaria e una processione con la statua di Sant’Egidio Abate tra le vie del paese, alla quale hanno partecipato molti bambini, in primis la squadra verde, la vincente del Palio, che proprio per questo ha avuto l’onore di essere in prima fila.

Nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica nella chiesa antica, don Luigino ha pronunciato parole di ringraziamento e allo stesso tempo di incoraggiamento per la comunità cristiana santegidiese: “Fratelli e sorelle, è veramente entusiasmante vedervi così numerosi. Sono certo che non ci sono soltanto fedeli della nostra parrocchia ma di tutto Sant’Egidio. Su queste mura e su queste fondamenta (della chiesa madre) esisteva il monastero dei monaci benedettini ed è da qui che dobbiamo ripartire per dire che siamo santegidiesi! Anche io da qualche mese posso dirmi santegidiese ma devo dire che Sant’Egidio, in qualche modo, mi ha sempre accompagnato nella mia vita sacerdotale: a lui è dedicata infatti la chiesa madre di Castignano, a lui anche una chiesa piccola ma antica a Cupra Marittima. Ma chi è Sant’Egidio per noi?!

E’ certamente un patrono ma prima di tutto è un cristiano che ha preso seriamente la sequela di Gesù. La sua vita ripercorre un po’ la vita dei santi di quel primo tempo, molto simile a San Martino di Tours. Anche Sant’Egidio era eremita e anche lui donò il mantello ad un povero storpio che, in seguito, guarì. Da notare poi la sua interiorità: tutto ci porta a vivere fuori di noi, ad essere persone che vivono dissolutamente nel mondo e in questa trappola cadono a volte anche le persone anziane, quando le proposte del mondo sembrano belle e giuste. La verità e la virtù però vanno prima di tutto, anche se comportano fatica e impegno, e Sant’Egidio in questo è un esempio enorme: nel seguire il Signore ha lasciato tutto. E, anche se non si può lasciare tutto, si può vivere comunque da cristiano e da discepolo dal Signore andando dietro a Gesù in compagnia dei santi.  Creiamo un’unità grandiosa! Siamo tutti di Cristo! Siamo santegidiesi, siamo commercianti, siamo sempre in movimento ma facciamo in modo che a muoverci sia l’interiorità, la contemplazione della parola di Dio. Come ci dice il Vangelo, siamo chiesa nella barca di Pietro. E non dobbiamo aver paura perché il Signore è sempre presente e in questa barca possiamo affrontare le grandi tempeste di questo tempo. Ogni epoca ha le sue tempeste e queste sono le nostre: viviamole con serenità, certi della Sua presenza e del Suo aiuto e, anche se a volte ci sentiamo stanchi, diciamogli “Signore, sulla Tua parola getterò di nuovo le reti” .Ognuno di noi può e deve essere, infatti, un pescatore di uomini, anche se troverò persone che mi derideranno, persone indifferenti, persone da consolare ma non mi tirerò indietro e gli parlerò della speranza cristiana. Se porti Gesù nel tuo cuore, anche tu farai miracoli: il maligno scapperà e trionferà l’unità”.

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