Di Don Ulderico Ceroni, Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, foto Emanuele Imbrescia

DIOCESI – “La liturgia luogo della misericordia – Riconciliati per riconciliare”. È stato il tema della 67a Settimana liturgica nazionale che si è tenuta a Gubbio, in Umbria, dal 22 al 25 agosto 2016.
Il titolo dell’evento organizzato dal Centro di azione liturgica (CAL) e ospitato quest’anno dalla diocesi eugubina, non poteva che essere legato all’Anno Santo straordinario della misericordia, donatoci da Papa Francesco.
Il clima respirato, le relazioni ascoltate e le celebrazioni vissute, ci hanno aiutato a rimettere al centro della nostra vita ecclesiale la “Liturgia” come culla germinativa di una pastorale ancorata all’altare, luogo simbolico dove la Comunità cristiana fa esperienza di Misericordia e riceve la “missio” di penetrare, come sale e luce, la città degli uomini. È nella “Liturgia” e in particolare nella “Celebrazione eucaristica” che in modo eminente il Signore risorto compie la sua opera di riconciliazione, per “misericordiare” l’umanità intera, oggetto della “bella notizia” e dell’amore misericordioso del Padre.
“Con le nostre forze non ce la facciamo a riconciliarci con Dio. Il peccato è davvero un’espressione di rifiuto del suo amore con la conseguenza di rinchiuderci in noi stessi, illudendoci di trovare maggiore libertà e autonomia. Ma lontano da Dio non abbiamo più una meta e da pellegrini in questo mondo diventiamo erranti”. (Papa Francesco, catechesi 20.04.16)
La “Celebrazione liturgica” è il luogo dove è possibile fare esperienza della misericordia di Dio che si dona e si rivela come vicinanza, perdono, riconciliazione, trasfigurazione della vita. Per questo la Chiesa in ogni assemblea liturgica è chiamata ad essere manifestazione visibile di un’umanità riconciliata.
E se lì ci lasciamo riconciliare diventiamo noi stessi più capaci di misericordia e operatori di riconciliazione. La vita rigenerata dalla misericordia di Dio nell’azione liturgica, si realizza poi come riconciliazione in forme d’interazione sociale, di perdono, di solidarietà, d’impegno per la pace e la custodia del creato.
Riconciliati per riconciliare: partecipare consapevolmente e attivamente alla liturgia significa pertanto sentirsi chiamati a un responsabile atteggiamento di collaborazione al progetto salvifico e misericordioso di Dio che si dispiega nella storia dell’umanità. È una vocazione che riguarda tutti noi cristiani che nella liturgia facciamo viva esperienza della sua misericordia, anche se purtroppo persistono le divisioni e le lacerazioni. In particolare è in seno alla Chiesa locale (Diocesi) che va esercitato questo impegno di riconciliazione. L’unità che dovrebbe caratterizzare ogni Parrocchia non è il risultato degli sforzi più o meno riusciti dei suoi membri, neppure è data dai canoni imposti o dalla disciplina ecclesiastica. L’unità è un dato originario: nel battesimo ogni cristiano è inserito in Cristo come membro del suo corpo, umanità nuova ricreata dallo Spirito e che vive di Cristo in comunione con tutti i fratelli. È da tale originaria unità, riconosciuta come dono ricevuto non in modo astratto, ma nella “celebrazione liturgica”, che ogni cristiano impara a cercare, a vivere la comunione e la riconciliazione con i fratelli e nella fede fonda la consapevolezza di sentirsi “corpo di Cristo”, Chiesa.
La liturgia è il luogo della misericordia di Dio che scaturisce dalla Croce, è il luogo dove la Pasqua di Cristo rigenera la vita del cristiano e la rende testimonianza del Vangelo di salvezza per la riconciliazione e la pacificazione fra gli uomini.
Davvero nella preghiera e nelle riflessioni donateci in questo Convegno ecclesiale siamo stati aiutati a renderci più consapevoli di queste meraviglie e quindi a essere cristiani più attenti nel curare e godere dell’esperienza liturgica, appassionati operatori di riconciliazione e di pace. Consapevoli del grande dono di Dio, spalanchiamo il nostro cuore alla gioia del perdono per fare della nostra esistenza quotidiana un umile strumento dell’amore misericordioso di Dio.

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