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Celebrazione al porto, ecco le parole del Vescovo Bresciani

Mare Mare2Di Fernando Palestini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La tradizionale festa della Madonna della Marina anche quest’anno ha avuto il suo momento magico nella processione a mare dei motopescherecci guidati dalla m/n Maria Annunziata Malaccari con a bordo l’immagine della Madonna della Marina accompagnata dal Vescovo mons. Carlo Bresciani, dai sacerdoti della Cattedrale mons. Romualdo Scarponi e don Giuseppe Giudici, dal Sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti e dalle altre autorità civili e militari.

E’ stato un momento di festa che come ogni anno ha visto raccogliersi tantissime persone sulla banchina Malfizia, sulla punta del molo sud e del porto per salutare le barche che hanno sfilato e per intercedere l’immagine della Madonna venerata dalla città di San Benedetto del Tronto. E’ la festa della Parrocchia della Marina ma è soprattutto la festa della citta intera che si raccoglie, insieme alla gente del mare, attorno alla sacra immagine della Madonna che da sempre è venerata con il titolo di “Stella del Mare”.

La splendida giornata di sole ha favorito la processione in mare fino a Porto d’Ascoli per poi tornare indietro ed all’altezza della chiesetta di San Francesco da Paola, protettore dei marinai, il nostro Vescovo ha benedetto il mare.

Mons. Bresciani ha ricordato e pregato per i tanti morti in mare, in onore e ricordo dei quali poi il Sindaco Piunti ha lanciato una corona di alloro accompagnata dal suono fortissimo di tutte le sirene delle barche presenti alla processione. Le barche poi hanno fatto rientro presso il porto.

Alle ore 21,00 poi, sulla banchina Malfizia, è stato celebrato il Santo Rosario e poi a seguire la S.Messa dove il Vescovo ha ripreso il tema del mare fonte di vita per la nostra città.

Vescovo Carlo: “Sotto la luce di Maria, Stella del mare, celebriamo questa santa messa qui al porto. Vuole essere atto di venerazione della Madonna, ma anche di invocazione della sua misericordiosa intercessione presso Dio Padre sia per tutti gli uomini di mare che hanno perso la loro vita solcando le acque per lavoro o più semplicemente per godere della bellezza della creazione, sia per tutta la marineria che tutt’ora affronta i pericoli del mare. Non possiamo però dimenticare coloro che solcano il mare fuggendo da povertà e guerre in cerca di un luogo dove poter vivere nella pace.

Guardando in alto il cielo stellato, questa sera ammiriamo l’immensità del firmamento e il nostro pensiero si eleva a Colui che, noi lo crediamo, ne è il Creatore. Il nostro spirito si pone la stessa domanda del salmista: “quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?” (Sal 8).

Quanto ci sentiamo piccoli di fronte a tanta immensità e bellezza dell’opera di Dio! Ci sentiamo quasi confusi, più piccoli di un granello di sabbia della spiaggia di cui nessuno si prende cura quando lo calpesta. La meraviglia e lo stupore per la grandezza del creato si mischia al senso di piccolezza e al timore di essere solo un vano e microscopico grumo di orgoglio con lo stesso destino del granello di sabbia della spiaggia o del deserto.

Una voce, però, è risuonata forte e sicura come risposta a queste domande che ci scavano nel profondo e rischiano di inquietarci riempiendoci di ansietà; è la voce stessa di Colui che ha fatto tutto ciò, voce che il salmista ha raccolto e ci rimanda: “Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi” (Sal 8). Sì, è vero, siamo piccoli di fronte agli spazi immensi del firmamento e alla vastità del mare, ma Dio ci ritiene grandi ai suoi occhi, al punto che, per amore, ha posto tutto nelle nostre mani e, Padre, non si dimentica di nessuno di noi figli suoi. Chi non ha compreso questo, non ha capito nulla di Dio: non ha capito che Dio ama anche l’ultimo degli uomini in quanto tutti sono figi suoi. Chi pretende di uccidere in nome di Dio, non ha capito nulla di Dio e dice la più enorme falsità.

Siamo tanto amati da Lui che, per dircelo senza ombra alcuna di ambiguità, ha mandato Gesù, suo Figlio, a proclamarcelo con le parole che ci ha detto, ma soprattutto con quanto ha fatto. Dio ci ha amato al punto da far nascere suo figlio da una donna, da una di noi che in tal modo è diventata la madre di Dio.

Un essere umano ha generato al mondo Dio! Mistero insondabile di un amore infinito che non disdegna di farsi infinitamente piccolo per dire il proprio amore a chi altrimenti non l’avrebbe compreso nella sua pienezza. Ma anche mistero insondabile di una giovinetta nata in un paesello sperduto di Israele – Maria – che accoglie in sé la potenza di Dio e, in Lui, dilata il suo cuore a un materno amore universale per l’umanità.

Davvero di lei si può dire “l’hai fatta poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronata”. Quando accoglie e vive la parola di Dio, l’essere umano viene innalzato alla sua più grande dignità, perché in lui dimora Dio stesso. Non ci meravigli questa affermazione e non sembri esagerata, perché è Gesù stesso che ha detto: “verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).

Maria ci ricorda che la grandezza dell’uomo sta nell’accogliere in sé Dio, riconoscendolo in tutto ciò che ci ha donato nella creazione sia dell’universo sia dell’umanità. Lei lo ha fatto in modo sommo, per questo è la prima dei redenti dal suo amore. Ma ella non si è limitata ad accoglierlo per sé, lo ha donato al mondo. In Colui che ama tutti i suoi figli, anche lei avvolge con tenere braccia di madre tutti i figli di Dio, abbraccia noi; a Dio parla di ciascuno di noi con parole di benevolenza, di intercessione per le nostre piccolezze di figli non sempre grati per quanto donatoci dal Padre comune; parla a Lui con parole di richiesta di aiuto quando, come a Cana di Galilea, la mancanza del vino rischia di rovinare tutta la festa della vita.

Ammiriamo con stupore il creato e tutte le creature che in esso Dio ha posto; nell’immensità del creato riconosciamo una manifestazione della grandezza dell’amore di Dio e lo adoriamo con cuore grato, ma non dimentichiamo che la sua più grande manifestazione di amore è in quel granello di sabbia che è l’essere umano che, come Maria, lo accoglie ed è capace di amare.

Di questo piccolo essere umano Dio non si dimentica mai, non cessa mai di amarlo nella sua infinita misericordia, pronto a tutto perdonare, e in Maria gli dona una madre capace di confortare anche nelle notti più tenebrose e oscure della vita, di proteggerlo dai pericoli di terra e di mare, vegliarlo nella malattia e accompagnarlo nell’ultimo viaggio all’incontro con il Padre.

Il cuore di Maria che ama è un cuore che contiene l’universo, perché questo è il segreto che è nascosto in tutto ciò che Dio ha fatto: il suo amore per noi. Colui, che come Maria ama, ha un cuore grande come l’universo, perché l’amore, amando Colui che lo ha creato, abbraccia l’universo e in esso ogni essere umano riflesso autentico della gloria di Dio.

Che Maria ci aiuti a scoprilo e a viverlo: questo è essere beati con lei e in Dio.”

+ Carlo Bresciani