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Cardinale Bagnasco: catechesi Gmg, “il male ormai si confonde con il bene”

CRACOVIA – Non c’è domenica senza venerdì. È la frase che ha guidato la giornata di ieri a Cracovia mentre papa Francesco, in un silenzio capace di spiegare più di ogni parola, durante la Gmg compie la sua Via Crucis ad Auschwitz e i giovani marchigiani nella chiesa di Sulkowice provano a capire “come si diventa strumenti di misericordia”.

Lo fanno con un catechista d’eccezione, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Sullo sfondo il ricordo di una storia, quella dell’Olocausto, che ha lasciato segni indelebili nei racconti di quanti si sono resi autentici testimoni della croce. Una croce che tuttora l’umanità vive in questo tempo di sangue e minacce terroristiche. Quello di Bagnasco con i giovani è un confronto intenso su temi scomodi, impegnativi, connessi alla misericordia: perdono, memoria, preghiera. Poi il riferimento alla giustizia, un valore chiave in questo Anno Santo, assieme alla carità.

“Bisogna operare per la giustizia ed impegnarsi in prima persona, responsabilmente, anche nell’attività politica per costruire la società di domani”, ha spiegato l’arcivescovo di Genova. Sono le “piaghe della modernità, dall’eutanasia all’aborto, all’utero in affitto”, il cuore dell’interrogativo con cui un giovane interpella Bagnasco che non nasconde la realtà dei fatti e avverte: “Viviamo in un’immensa bolla di bugie e queste aberrazioni, addirittura regolarizzate dalle leggi, vengono considerate come atti di amore. Il male, ormai, si confonde con il bene. Ecco la grande menzogna che tutti respiriamo: per voi sarà più difficile affrontare il futuro ma dovete avere il coraggio di dire che questo è sbagliato”. Infine il suggerimento ai giovani per proseguire con ottimismo il cammino di credenti. “Di fronte all’incostanza dei sentimenti e agli umori ballerini del giorno – chiosa Bagnasco – occorre fare una vera e propria ginnastica spirituale. Senza timore alcuno, perché la misericordia è l’amore del Padre che si fa fedeltà, tenerezza, e fecondità: se ci riconosciamo in questo abbraccio allora sì che sapremo essere veri volti misericordiosi”.