Di Carlo Gentili, leggi le precedenti interviste, clicca qui

DIOCESI – Proseguono le interviste curate da Carlo Gentili agli artisti del territorio. Quella che vi presentiamo oggi è stata realizzata al fotografo Luca Cameli.

Nato a San Benedetto del Tronto nel 1976, da subito una grande passione, la fotografia, una vita spesa frequentando ambienti artistici in quel di San Benedetto del Tronto e dintorni, la consapevolezza di amare l’arte dell’istantanea, la voglia dal 2008 di entrare a far parte di questo mondo, il bisogno di lasciare la propria impronta nel panorama fotografico.

Luca parlaci un pò di te.

Prediligo l’espressività spontanea, consapevole che un ritratto autentico, possa essere realizzato cogliendo l’essenza dell’attimo. Spontaneità e naturalezza che esalto sempre nei miei servizi, di qualunque natura o tipologia siano.

Perché si crea ? Cosa intendi trasmettere con le tue opere? Perché si diventa fotografo? Come nasce la tua passione per la foto?

Io penso che si crea perchè si vuole comunicare qualcosa, io più che comunicare in realtà cerco di rendere eterno un attimo.

Perchè si diventa fotografo, sinceramente secondo me non si può spiegare perchè molto dipende dal genere di fotografia che si realizza. Nel mio caso essendo reportage posso dire sempre lo stesso motivo di prima: cogliere l’attimo e renderlo eterno.

Se dovessi spiegare in poche righe il tuo pensiero artistico ad un ragazzino , cosa gli diresti?

Gli direi di esprimere i propri sentimenti nel modo in cui  lui si sentirebbe più a proprio agio, poi sarà lui stesso a trovare la strada giusta perchè l’arte fondamentalmente è mostrare il proprio io.

Tutti i fotografi sono artisti? Come distinguere il fotografo che imprime all’opera un proprio segno creativo da colui che rimane nei canoni del “già fatto”?

Innanzitutto i fotografi che si catalogano come “sperimentali” secondo me non sono proprio fotografi, bensì costruttori d’immagini, che è un’arte anche quella, ma col digitale si sta sempre di più confondendo l’immagine con la fotografia.

Posso dire che i fotografi artisti sono quelli che, citando Margaret Bourke-White: « Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che solo tu puoi trovare perchè, oltre ad essere fotografo, sei un essere umano un po’ speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto ».

Con quale soggetti caratterizzi la tua arte? Quali riferimenti sintetizzano il tuo mondo artistico?

I miei riferimenti sono i grandi maestri del reportage come Henri Cartier-Bresson, Michael Freeman, William Eugene Smith.

Pensi che l’arte possa incidere nell’educazione e nella cultura? La foto educa?

L’arte in generale è cultura e la cultura è una componente fondamentale per una buona educazione. La foto può educare o meno, dipende da cosa si sta osservando…

Qual è la soddisfazione piu’ bella che hai raggiunto od ottenuto attraverso la fotografia e quali sono le testimonianze piu’ belle di cui vuoi renderci partecipi.

Recentemente ho ricevuto il Wedding Awards da parte di Matrimonio.com ed è una bellissima soddisfazione dato che il riconoscimento si basa sulle recensioni che vengono ricevute.

Perché l’Italia, patria dell’arte, è così disattenta all’arte ed alla cultura?

Colpa delle istituzioni forse. Dei programmi scolastici. E sicuramente questa crisi non aiuta…

Arte è altruismo o ricerca di una visibilità fine a se stessa?

Penso che sia soggettivo, può essere l’uno o l’altro. Dipende dalla propria personalità.

Per i contatti – mail: lucacameliph@gmail.com

sito web: www.lucacameliph.jimdo.com

 

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