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Il Papa: “La preghiera è il principale ‘strumento di lavoro’ nelle nostre mani!”

Angelus

ZENIT – di Luca Marcolivio

La parola “Padre” è il “segreto della preghiera di Gesù” ed è “la chiave che Lui stesso ci dà perché possiamo entrare anche noi in quel rapporto di dialogo confidenziale con il Padre che ha accompagnato e sostenuto tutta la sua vita”. Lo ha detto papa Francesco durante l’Angelus, meditando il Vangelo di questa domenica.

Nella preghiera di Gesù, quindi, si fa prima di tutto “posto a Dio, lasciandogli manifestare la sua santità in noi e facendo avanzare il suo regno, a partire dalla possibilità di esercitare la sua signoria d’amore nella nostra vita”.

Nel Padre Nostro, Gesù associa innanzitutto due richieste: «sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno» (v. 2), cui si aggiungono “tre domande che esprimono le nostre necessità fondamentali: il pane, il perdono e l’aiuto nelle tentazioni (cfr vv. 3-4)”. Infatti, ha commentato il Pontefice, “non si può vivere senza pane, senza perdono e senza aiuto di Dio nelle tentazioni”.

“Il pane che Gesù ci fa chiedere – ha spiegato – è quello necessario, non il superfluo; è il pane dei pellegrini, un pane che non si accumula e non si spreca, che non appesantisce la nostra marcia”.

Il perdono – ha proseguito – è, prima di tutto, quello che noi stessi riceviamo da Dio: soltanto la consapevolezza di essere peccatori perdonati dall’infinita misericordia divina può renderci capaci di compiere concreti gesti di riconciliazione fraterna”.

Quanto all’ultima richiesta, “non abbandonarci alla tentazione”, si esprime infine “la consapevolezza della nostra condizione, sempre esposta alle insidie del male e della corruzione”.

Nelle due parabole successive, Gesù insegna “ad avere piena fiducia in Dio, che è Padre”, il quale “conosce meglio di noi stessi le nostre necessità, ma vuole che gliele presentiamo con audacia e con insistenza, perché questo è il nostro modo di partecipare alla sua opera di salvezza”.

La preghiera, dunque, è “il primo e principale “strumento di lavoro” nelle nostre mani! – ha sottolineato il Papa -. Insistere con Dio non serve a convincerlo, ma a irrobustire la nostra fede e la nostra pazienza, cioè la nostra capacità di lottare insieme a Dio per le cose davvero importanti e necessarie”. La più importante di tutte è lo “Spirito Santo”, sebbene “quasi mai” la domandiamo al Signore.

Lo Spirito Santo, ha spiegato Francesco, “Serve a vivere bene, a vivere con sapienza e amore, facendo la volontà di Dio. La Madonna ce lo dimostra con la sua esistenza, tutta animata dallo Spirito di Dio. Ci aiuti lei a pregare il Padre uniti a Gesù, per vivere non in maniera mondana, ma secondo il Vangelo, guidati dallo Spirito Santo”.

Dopo la recita della preghiera mariana, Bergoglio si è soffermato sull’imminente XXXI Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. “Anch’io partirò mercoledì prossimo – ha ricordato – per incontrare questi ragazzi e ragazze e celebrare con loro e per loro il Giubileo della Misericordia, con l’intercessione di san Giovanni Paolo II. Vi chiedo di accompagnarci con la preghiera”.

Il Papa ha quindi salutato e ringraziato “quanti stanno lavorando per accogliere i giovani pellegrini, con numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici,” rivolgendo infine “un pensiero speciale rivolgo ai tantissimi loro coetanei che, non potendo essere presenti di persona, seguiranno l’evento attraverso i mezzi di comunicazione”.