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“Vultum Dei quaerere”, Papa Francesco e la vita contemplativa femminile: “Il mondo ha bisogno di voi”

SuoreDi Riccardo Benotti

È dedicata alla vita contemplativa femminile la Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere firmata da Papa Francesco, un documento che arriva a 66 anni dalla pubblicazione della precedente Costituzione Sponsa Christi di Pio XII. Le religiose contemplative “si collocano nel cuore stesso della Chiesa e del mondo”: “Non è facile che questo mondo, per lo meno quella larga parte di esso che obbedisce a logiche di potere, economiche e consumistiche, comprenda la vostra speciale vocazione e la vostra missione nascosta – scrive Francesco -, eppure ne ha immensamente bisogno. Come il marinaio in alto mare ha bisogno del faro che indichi la rotta per giungere al porto, così il mondo ha bisogno di voi”. D’altra parte, prosegue il Papa, “che ne sarebbe senza di voi della Chiesa e di quanti vivono nelle periferie dell’umano e operano negli avamposti dell’evangelizzazione?”.

Le religiose di clausura nel mondo. La Costituzione tiene conto del cammino percorso dalla Chiesa negli ultimi decenni, alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, e delle mutate condizioni socio-culturali. “Questo tempo ha visto un rapido progresso della storia umana: con essa è opportuno intessere un dialogo che però salvaguardi i valori fondamentali su cui è fondata la vita contemplativa – sottolinea Francesco –, la quale, attraverso le sue istanze di silenzio, di ascolto, di richiamo all’interiorità, di stabilità, può e deve costituire una sfida per la mentalità di oggi”.

Le religiose che conducono vita contemplativa sono circa 40mila nel mondo.

Oltre la metà è presente in Europa, dove si trovano anche la maggior parte dei 4mila monasteri. Segue l’America del Sud e del Nord, l’Asia, l’Africa e la sparuta presenza in Oceania. Nell’ultimo decennio il calo registrato è di circa il 15 per cento e l’incidenza sul totale delle religiose professe nel 2014 è pari al 6 per cento. Le Francescane sono il gruppo più numeroso insieme alle Carmelitane, mentre tra le meno consistenti si trovano le Certosine e le Battistine. Le presenze nei monasteri sono proprio uno dei temi affrontati all’interno della Costituzione: all’autonomia giuridica, precisa il Papa, “deve corrispondere una reale autonomia di vita” che tra i diversi criteri prevede “un numero anche minimo di sorelle, purché la maggior parte non sia di età avanzata”. Altrimenti, si può “mettere in atto un processo di accompagnamento per una rivitalizzazione del monastero, oppure per avviarne la chiusura”.

Suore di clausuraFormazione e preghiera. Dopo aver messo in guardia dal “demonio meridiano” che è la tentazione che sfocia nell’apatia e nell’accidia paralizzante, Francesco sollecita una riflessione su dodici temi della vita consacrata a partire dalla formazione. I singoli monasteri, infatti, devono curare “con particolare attenzione, attraverso strutture adeguate da individuarsi nell’elaborazione del progetto di vita comunitaria, la formazione permanente, che è come l’humus di ogni fase della formazione, già a partire da quella iniziale”. Alla centralità della formazione fa da contraltare il ruolo della preghiera: “Ricordate, però, che la vita di preghiera e la vita contemplativa non possono essere vissute come ripiegamento su voi stesse, ma devono allargare il cuore per abbracciare l’umanità intera, particolarmente quella che soffre”. Quindi la Costituzione si sofferma sulla centralità della Parola di Dio, dedicando un’attenzione particolare alla pratica della lectio divina “grazie alla quale possiamo colmare la distanza tra spiritualità e quotidianità, tra fede e vita”. Quanto ai sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, il Papa ribadisce che “è lodevole la tradizione di prolungare la celebrazione con l’adorazione eucaristica”.

La vita fraterna in comunità rappresenta, invece, una delle caratteristiche peculiari della vita monastica tanto che “gli uomini e le donne del nostro tempo si aspettano da voi una testimonianza di vera comunione fraterna che con forza manifesti, nella società segnata da divisioni e disuguaglianze, che è possibile e bello vivere insieme, nonostante le differenze generazionali, di formazione e, a volte, culturali”.

Autonomia nella federazione. Tra i punti elencati, Francesco richiama i monasteri a non vivere l’autonomia come “indipendenza o isolamento”, fuggendo dalla “malattia dell’autoreferenzialità”. Inoltre, dispone che ogni monastero faccia parte di una federazione che, però, non è obbligata a seguire un criterio geografico ma di “affinità di spirito e di tradizioni”. Per quanto riguarda la clausura, il Papa indica le tre forme tipiche della vita contemplativa – papale, costituzionale, monastica – e consente ai singoli monasteri di chiedere alla Santa Sede di poter abbracciare una forma di clausura diversa da quella vigente. Inoltre, precisa,

“la pluralità di modi di osservare la clausura deve essere considerata una ricchezza e non un impedimento alla comunione”.

Il lavoro, poi, “vi fa essere solidali con i poveri che non possono vivere senza lavorare” mentre il silenzio non deve mai essere “sterile” e “vuoto” ma, al contrario, “pieno” e “ricco”. Francesco punta il dito contro i rischi che possono derivare dai mezzi di comunicazione, in particolare quelli personali, esortando “a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione”. Infine, il valore dell’ascesi: “Voi potete essere di esempio e aiuto al popolo di Dio e all’umanità di oggi, segnata e a volte lacerata da tante divisioni, a restare accanto al fratello e alla sorella anche là dove vi sono diversità da comporre, tensioni e conflitti da gestire, fragilità da accogliere”.

Nessuna fuga dal mondo. La scelta della vita contemplativa, conclude il Papa, “non è un fuggire dal mondo per paura, come alcuni pensano”, ma continuare “a stare nel mondo, senza essere del mondo”: “Benché separate da esso, mediante segni che esprimono la vostra appartenenza a Cristo, non cessate di intercedere costantemente per l’umanità”. Per questo “il mondo e la Chiesa hanno bisogno di voi, come ‘fari’ che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo”. Tra i 14 articoli dispositivi che chiudono il documento, Francesco chiede di

“evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero”.

Alla Costituzione apostolica, che si chiude con con 14 articoli dispositivi, seguirà una nuova Istruzione che sarà redatta dalla competente Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.