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Grottammare, oggi si svuota la “Vasca della Regina” per una esercitazione

VascaGROTTAMMARE – Oggi, sabato 23 luglio, alle ore 15, presso l’area “Bagno della Regina” in zona Valtesino, si terrà un’esercitazione congiunta tra il gruppo di Protezione civile comunale e il gruppo Legambiente volontari Marche/Protezione civile beni culturali.

L’esercitazione consisterà nello svuotamento dall’acqua e nella bonifica della cisterna (presumibilmente di origini romane), alla presenza del prof. Fabrizio Pesando, docente di antichità pompeiane e ercolane presso l’Orientale di Napoli, del presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini e del circolo territoriale Sisto Bruni.

Il manufatto denominato “Bagno della Regina”, è una cisterna utilizzata per l’approvvigionamento idrico ad uso agricolo. Il manufatto si presenta come una vasca di forma perfettamente circolare, realizzata in opus caementicium spesso circa 0,50 m, con un diametro di circa 12 m ed una profondità di circa 3 m.
Giuseppe Speranza nel 1934 ci dice: “Dalle alture del colle di Granaro, sgorga una voluminosa sorgiva di pure e limpide acque e nel declive terreno tutt’intorno appaiono anche oggi vaschette e canali di piombo, cui non si può assegnare altro ufficio che quello di sentine per radunare e trasmettere dell’acqua alla vasca della Regina tramite tubi di piombo” (Il Piceno dalle origini alla fine d’ogni sua autonomia sotto Augusto – Ancona 1934). Tale condotta venne vista per la prima volta da Eugenio Lorenzo Polidori (“Opposizioni alla Cupra Marittima Illustrata” Osimo 1783) che ne rintracciò una parte, quella a settentrione, mentre nel 1910, in seguito a lavori agricoli, il Petrelli trovò il restante cunicolo che arrivava fino a San Martino, verso est. Da fonti orali sappiamo anche che fu individuato l’imbocco della conduttura, formato da un arco a mattoni, collegante la vasca della Regina alla chiesa di San Martino……il resto della storia lo scriveremo insieme con la Soprintendenza di Archeologica di Ancona, con l’Università l’Orientale di Napoli, l’università degli studi di Bologna dopo i lavori di pulizia e di scavo