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Yemen. Compare foto del salesiano rapito sul suo account Facebook

YemenZenit

“Non abbiamo notizie ulteriori e oggi, con i mezzi tecnici a disposizione in questo campo, tutto è possibile. Ma la foto può essere autentica. C’è chi vi vede comunque la prova che padre Tom è ancora vivo. E anche io credo che sia vivo”. Così il vescovo Paul Hinder OFMCap, vicario apostolico per l’Arabia meridionale, commenta all’agenzia Fides la pubblicazione della foto comparsa sull’account Facebook di padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano indiano rapito lo scorso 4 marzo ad Aden dal commando di terroristi che quel giorno assaltarono una casa di cura nella città yemenita, trucidando quattro suore Missionarie della Carità, insieme ad altre 12 persone.

La foto, apparsa ieri sull’account Facebook di padre Tom, ritrae un uomo dall’aria sofferta, con i capelli piuttosto lunghi, la barba incolta e le mani sul petto. Il messaggio in inglese che accompagna la foto annuncia l’imminente pubblicazione di una “supplica” del sacerdote rapito. Non viene segnalato chi abbia “postato” la foto e il messaggio. Secondo quanto riportato da media indiani, molti familiari di padre Tom, sotto la barba incolta e i capelli insolitamente lunghi, hanno riconosciuto nell’uomo ritratto nella foto i tratti somatici del sacerdote. “Per ora – riferisce Hinder all’agenzia – non ci sono elementi ulteriori per decifrare il senso e la provenienza di quella foto. Negli ultimi tempi, i tentativi di arrivare alla liberazione di padre Tom non avevano registrato sviluppi significativi”.

Lo scorso 4 marzo, i terroristi avevano portato via con loro padre Tom Uzhunnalil dopo aver compiuto la strage nella residenza per anziani e disabili affidati alle cure dele suore di Madre Teresa. A quasi un mese dal massacro e dal sequestro, erano circolate nella rete web indiscrezioni che accreditavano senza alcun riscontro l’uccisione per crocifissione del sacerdote nella giornata del Venerdì Santo (25 marzo).

Nei giorni seguenti, lo stesso vescovo Hinder aveva parlato di “forti indicazioni” che facevano ritenere il sacerdote ancora in vita e nelle mani dei suoi rapitori. Poi, martedì 29 marzo, la Congregazione salesiana, in un comunicato ufficiale, aveva indicato nel governo indiano, nel Vicariato apostolico per lArabia meridionale e nell’ispettore salesiano di Bangalore, le fonti affidabili a cui riferirsi per seguire eventuali sviluppi della vicenda di padre Tom.